Per ben 14 mesi aveva gridato la sua innocenza da una cella del Carcere di Poggioreale. Per ben 419 giorni, dal 21 Maggio 2013 (giorno del suo arresto) al 14 Luglio 2014 (giorno della sua assoluzione) aveva professato la sua estraneità ai fatti che gli venivano contestati. Nessuno gli aveva creduto, ad eccezione del suo difensore. Nagiiev Denis, classe 1983, era giunto in Italia con un solo obiettivo: cercare lavoro per mettere da parte dei soldi per poi aprire una pizzeria nel suo Paese: l’Ucraina.
Così che il giovane, dopo una lunga permanenza ad Avellino, dove aveva fatto mille lavori, dal muratore all’imbianchino, dal badante al giardiniere, si era poi trasferito a Grosseto, dove aveva appunto trovato un lavoro come aiuto pizzaiolo. Il suo incubo inizia la mattina del 21 Maggio 2013 allorquando i Carabinieri della Stazione di Grosseto pongono in esecuzione un mandato di fermo, spiccato dalla Procura di Nola, e lo conducono nel carcere di Grosseto. L’accusa è pesante: rapina aggravata, commessa in concorso con altri soggetti non identificati in data 12 Maggio 2013 in San Gennaro Vesuviano. In particolare al giovane ucraino veniva contestato di essersi introdotto all’interno di una villetta sita in San Gennaro Vesuviano insieme ad altri 2 complici e, pistola alla mano, di essersi fatto consegnare dalla tre donne presenti in casa, titolari di una pompa di benzina molto nota nel paese vesuviano, la somma in contanti di Euro 3.000,00 oltre a gioielli ed altri oggetti di valore. Terminata la rapina, i tre malfattori si allontanavano dalla finestra da dove erano entrati. Le tre donne, rispettivamente due sorelle di 47 e 51 anni e la madre, di quasi 80 anni, ripresesi dallo spavento, allertavano i Carabinieri della locale Stazione denunciando l’accaduto. Immediatamente partivano le ricerche per il rintraccio dei tre malviventi che riuscivano comunque a far perdere le loro tracce. Le due sorelle, recatesi in caserma, segnalavano che i tre uomini erano stranieri, probabilmente dell’Est Europa, precisando che 2 avevano il volto coperto da un passamontagna, mentre il terzo, alto quasi 2 metri, aveva il volto scoperto. Le indagini si incentravano quindi sulla individuazione dell’uomo con il volto scoperto ed alto ben 2 metri. Alle due donne veniva pertanto sottoposto in visione un album fotografico contenente le foto di un centinaio di persone, aventi le caratteristiche appena denunciate: altezza notevole, superiore al metro e 90 cm, e provenienza dall’Est Europa. Dopo aver consultato l’intero album, una delle due sorelle riconosceva senza ombra di dubbio il rapinatore con il volto scoperto. Anche l’altra sorella confermava il riconoscimento. La persona individuata corrispondeva appunto a Nagiiev Denis, cittadino ucraino, senza permesso di soggiorno in Italia e con piccoli precedenti penali. Immediatamente iniziavano le ricerche del giovane ucraino. Le prime indagini venivano indirizzate proprio ad Avellino dove l’uomo aveva abitato per diversi anni. Da Avellino si spostavano poi a Grosseto, dove il giovane veniva ben presto rintracciato. A sostegno del quadro accusatorio, la Procura di Nola individuava anche un altro elemento. Il telefono cellulare del giovane risultava essere stato spento per tutta la notte in cui era avvenuta la rapina. Per gli Inquirenti era una ulteriore conferma del coinvolgimento dell’ucraino nella vicenda. Infatti, secondo l’assunto accusatorio, il giovane ed i suoi complici, spenti i telefonini per impedire la localizzazione degli stessi, si sarebbero recati in tarda serata da Grosseto a San Gennaro Vesuviano ove avrebbero commesso il reato per poi fare subito rientro nel capoluogo toscano. A rafforzamento dell’ipotesi accusatoria vi era anche l’assenza di un qualsivoglia alibi da parte del Nagiiev il quale aveva sempre affermato che quella notte, dopo aver lavorato, era stato a casa a dormire da solo, a Grosseto, non riuscendo ad indicare alcuna persona come testimone. Dopo un’aspra battaglia giudiziaria, svoltasi dinanzi al Tribunale Collegiale di Nola, Presidente Dott.ssa Di Iorio, nel corso della quale gli elementi dell’accusa sono gradualmente caduti, uno ad uno, primo fra tutti il riconoscimento personale dell’imputato da parte delle persone offese, in data 14 Luglio 2014 veniva pronunciata la sentenza di assoluzione con la formula più ampia: per non aver commesso il fatto. Commovente l’abbraccio in aula, al momento della lettura della sentenza, tra il giovane ucraino ed il suo difensore, l’avvocato penalista Rolando Iorio che, sin dal primo momento, aveva creduto nella innocenza del suo assistito.
La vicenda veniva così portata all’attenzione della Corte di Appello di Napoli a cui l’avvocato Rolando Iorio si rivolgeva per chiedere la riparazione per l’ingiusta detenzione patita dal suo cliente. In data 19 Giugno 2018 si svolgeva pertanto l’udienza dinanzi alla 8 Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli, presieduta dalla Dott.ssa Caturano. Dopo una lunga camera di consiglio, nella giornata di ieri è stata notificata l’ordinanza con la quale, in accoglimento della richiesta difensiva, è stata liquidata la somma complessiva di Euro 100.000,00 per l’ingiusta detenzione subita. Denis potrà quindi coronare il suo sogno, aprendo una pizzeria in Ucraina, alla quale darà forse il nome di “Poggioreale”.