Fragilità Cronica nel Sannio: L’Allarme di Coldiretti e Masiello sulle Infrastrutture Viarie e Idriche a Ogni Temporale
Ogni volta che si verificano piogge intense, il sistema viario, i corsi d’acqua e i valloni del Sannio si trasformano in una minaccia tangibile per residenti e agricoltori. Questa è la denuncia veemente di Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Benevento e vicepresidente nazionale, motivata dalle innumerevoli segnalazioni di smottamenti, frane e allagamenti che affliggono diverse zone della provincia.
“Manca una pianificazione strategica di interventi – prosegue Masiello – capace di affrontare in modo esaustivo una vulnerabilità territoriale che genera pesanti ripercussioni economiche e sociali. Una rete stradale insufficiente e la costante minaccia incombente sulla rete idrica superficiale diminuiscono la competitività delle aziende, peggiorano la qualità della vita dei cittadini e provocano isolamento.”
Per comprendere la vastità della sfida, è utile richiamare alcuni dati: nel Sannio, la rete di strade provinciali, classificate come extraurbane secondarie, si estende per quasi 1.300 chilometri. A questa si aggiunge l’intera viabilità comunale, sia urbana che rurale, che stimiamo in almeno 4.000 km distribuiti nei 78 Comuni. Se poi consideriamo i fiumi e i torrenti che solcano il Sannio, parliamo di circa 700 km di aste fluviali, una cifra che raddoppia se si contano entrambe le sponde.
Questa estesa infrastruttura è cruciale per la mobilità dei cittadini e per le attività delle imprese agricole. Basti pensare che la superficie agricola utilizzata nel Sannio supera i 100mila ettari, ovvero la metà dell’intera superficie provinciale. Un dato che potrebbe incrementare, contrastando l’abbandono e la cementificazione del suolo.
“Pertanto, sollecito la Provincia e i Comuni a porre la gestione del territorio al centro delle loro decisioni politiche, anche in virtù delle opportunità di finanziamento offerte dal Recovery Fund per la mitigazione del dissesto idrogeologico.” Coldiretti si dichiara pronta a fare la propria parte, promuovendo il coinvolgimento diretto degli agricoltori nella manutenzione ordinaria. Spesso, questi ultimi esitano a intervenire per l’assenza di un quadro normativo chiaro che prevenga il rischio di azioni illegittime. “Noi agricoltori – aggiunge Masiello – siamo consapevoli che risolvere il problema del vicino significa anche risolvere il proprio.”
La possibilità di impiegare anche i mezzi meccanici agricoli messi a disposizione dagli imprenditori – evidenzia Coldiretti – garantisce la salvaguardia della viabilità e scongiura il rischio di isolamento delle abitazioni, specialmente nelle aree interne più impervie e montane, grazie a una maggiore tempestività d’intervento.
Contrastare il dissesto idrogeologico è un’urgenza accentuata dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, che mostrano una tendenza alla “tropicalizzazione” con un aumento degli eventi estremi: maggiore frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ma intense e rapidi passaggi da bel tempo a maltempo. Tutto ciò si traduce in cali della produzione agricola e gravi danni a strutture e infrastrutture rurali, manifestandosi con allagamenti, frane e smottamenti.
A questa situazione di fragilità non è certamente estranea la progressiva cementificazione e l’abbandono dei campi, fenomeni che negli ultimi 25 anni hanno causato la scomparsa di oltre un quarto (-28%) della superficie agricola utilizzabile.
