Il Viaggio Delle Parole di Carlo Simeone: Un Affresco Di Vita, Etica e Umanità

Come Cicerone insegnava nel “De Amicitia”, le vere amicizie sono legami indissolubili, eterni. È con profondo onore che posso annoverare tra i miei amici più sinceri, generosi e leali il dottor Carlo Simeone. Un legame forgiato da radici comuni, da percorsi formativi in contesti familiari ampi, dove il sacrificio, la disciplina, la responsabilità, l’altruismo, una fede genuina, l’onestà e la libertà di espressione erano pilastri indiscussi. Questi valori condivisi hanno alimentato un dialogo e un confronto mai interrotti tra noi.
Carlo incarna la figura del gentiluomo d’altri tempi, animato da una spiritualità profonda, una vasta erudizione e una sensibilità senza confini. Nutre un amore autentico per il divino, per la bellezza che permea la natura, la sua terra d’origine, l’indomita gente caudina, la famiglia e gli amici. Nato a Benevento nel 1958, dopo la laurea in Scienze Agrarie a Portici, ha costruito una famiglia con Cristina Zucconi Galli Fonseca, dalla quale ha avuto quattro splendidi figli. La sua carriera è un esempio di versatilità e competenza, spaziando dal management alla gestione aziendale, dalle relazioni sindacali all’amministrazione pubblica, con incarichi sia a livello nazionale che internazionale. Ha ricoperto ruoli di rilievo in Confagricoltura e Confindustria, è stato direttore dei rapporti istituzionali e internazionali per le Ferrovie dello Stato, direttore generale di Linkem Spa – una realtà all’avanguardia nelle comunicazioni wireless –, presidente e project manager del Progetto Campus dell’Università Europea di Roma, commissario del Consiglio Nazionale di Ricerca in Agricoltura, vicepresidente di Lucchini Spa, e presidente e amministratore delegato di Algobrain Srl, oltre a essere il fondatore e direttore responsabile della rivista “Italiaetica”.
Al di fuori dei suoi numerosi impegni professionali e familiari, Carlo dedica il suo tempo libero a ricerche storiche e filosofiche, una passione che ha concretizzato in diverse pubblicazioni: “Le ferrovie in viaggio verso l’Europa” nel 2005, “Tra etica e declino” nel 2006, e “Etica del management” nel 2009.
Il suo esordio nel mondo della narrativa avviene nel 2020 con il romanzo “Il viaggio delle parole”. Quest’opera, che si estende per 217 pagine divise in otto capitoli e arricchita da una nota dell’autore, è stata pubblicata da TEA srl. Caratterizzato da un linguaggio fluido e preciso, il testo è intriso di passione e di ricordi evocativi, dove la memoria, sia antica che recente, si fonde con una scintilla di ispirazione sincera, trasformando la narrazione in una sorta di “amarcord” poetico. Le pagine, dense ma agili, esplorano le radici dell’identità e dell’etica del Mezzogiorno d’Italia, delineando percorsi tortuosi e intensi che riflettono le tappe complesse, gioiose e dolorose dell’esistenza umana.
Al centro di questo straordinario racconto di formazione vi è un lungo viaggio che attraversa il Paese, dal sud al nord. Il protagonista, Michele, adolescente, lascia il suo paesino meridionale dove ha trascorso quindici anni con i nonni, per raggiungere la madre che lavora al nord. Durante il tragitto, il ragazzo intraprende un’intensa riflessione sul suo passato, sull’infanzia trascorsa con i nonni e sull’assenza paterna, un turbinio di ricordi e sogni per il futuro che gli si agita nell’animo. Michele, acuto osservatore, incontra una variegata umanità: viaggiatori solitari, coppie in conflitto, individui disillusi, bambini esultanti e ragazze spensierate. Ammira la bellezza della natura e dei paesaggi italiani, si schiera in difesa dei più deboli e degli emarginati, e sottolinea l’importanza imprescindibile dell’unità e della comunione tra le persone. Con grazia e vivo interesse, cerca il contatto, osserva, incontra e dialoga, creando un vivace mosaico di umanità, a volte prostrata ma sempre animata da una fame di speranza, in viaggio verso una vita migliore.
Il romanzo affronta temi profondi e attuali: l’ineludibile necessità del legame umano, il rispetto dovuto agli anziani (pilastri di ogni società), la sofferenza dell’emigrazione che sradica e mortifica, il valore supremo della famiglia unita, il rispetto di ogni individuo in una società pluralistica, e l’esigenza di un solido sistema di valori per orientare la propria esistenza. Pur essendo un’opera di fantasia, i personaggi di Simeone riflettono la profondità e la sete di verità dell’autore, e in filigrana, la storia di ciascuno di noi, sospesi tra passato, presente e futuro. Come saggiamente osservava il filosofo Søren Kierkegaard, “la vita può essere compresa solo all’indietro”. La realtà, l’esistenza stessa e l’inesauribile “pozzo del passato” precedono ogni parola e pensiero che tentino di dar loro forma.
Blaise Pascal, nel suo “Pensieri”, descrive l’uomo come navigante in un vasto oceano, perennemente incerto e instabile, sballottato da un capo all’altro, incapace di trovare un appiglio saldo: “Per noi nulla si ferma”. E Chesterton, con la sua inconfondibile saggezza, affermava: “Sono diventato un pellegrino per guarirmi dall’essere un esiliato”. Queste riflessioni risuonano potenti nel romanzo, dove la parola diventa strumento per il dialogo, per tessere connessioni e favorire l’incontro tra le persone.
È proprio il drammaturgo napoletano Eduardo De Filippo, nella sua poesia “‘O culore d’e pparole”, a svelare con maestria la potenza del linguaggio e della comunicazione. Egli ci invita a riconoscere come le parole, se scelte con cura e consapevolezza del loro “colore”, possano trasformare un semplice foglio in una festa di immagini e sensazioni: si legge e si vedono il blu, il celeste, il rossastro, il verde, il pavonazzo, l’amaranto, come se chi le ha scelte conoscesse “la faccia, la voce e gli occhi di un tramonto”. Ma se la scelta è inadeguata, i colori si mescolano in una grigia monotonia, annullando la vita e il suono del mare, del cielo, della fontana, facendo sì che “la gente parla come fosse muta”. In questa prospettiva, Carlo Simeone si rivela un impareggiabile maestro: attraverso le sue “parole”, egli riesce a dipingere un’umanità che anela all’unità e alla comunione, ricordandoci che, in fondo, siamo tutti fratelli.