Maxi Evasione Smantellata: Oltre un Milione di Euro in Contanti Scoperto Nell’Abitazione del Padre di un Imprenditore
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Salerno hanno rinvenuto e posto sotto sequestro una somma di denaro contante superiore al milione di euro. La scoperta è avvenuta nel corso di una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del genitore di un conosciuto imprenditore, originario della zona dell’Agro Nocerino Sarnese.
Questa operazione si inserisce in un’ampia indagine condotta dalla Procura di Nocera Inferiore, focalizzata su un’azienda di Castel San Giorgio che vanta una posizione di primo piano nel panorama nazionale della distribuzione di carburanti. Gli accertamenti, affidati alla Guardia di Finanza, hanno permesso di svelare il ruolo cruciale di tale impresa all’interno di un articolato sistema di frode all’IVA. Questo schema illecito consentiva alla società di commercializzare benzina e gasolio a condizioni economiche estremamente competitive.
Per attuare tale frode, l’imprenditore si serviva di una rete di aziende “cartiere” – società fittizie – distribuite sull’intero territorio nazionale. Queste entità, gestite formalmente da meri prestanome, presentavano documentazione commerciale mendace. In tal modo, riuscivano ad accedere a un regime fiscale specifico, quello destinato ai cosiddetti “esportatori abituali”, permettendo l’acquisto di carburante in totale esenzione d’imposta.
È stato proprio durante una delle numerose perquisizioni, affidate alla Guardia di Finanza con l’incarico di ricostruire la complessa rete dei commerci illeciti, che gli investigatori hanno fatto la sorprendente scoperta. Nell’abitazione del genitore dell’indagato principale, hanno rinvenuto una somma in contanti superiore al milione di euro, occultata nei luoghi più inattesi: sotto il materasso e perfino all’interno di contenitori per biscotti.
Le Fiamme Gialle hanno provveduto al sequestro integrale di tale somma, considerandola illecitamente accumulata tramite l’evasione fiscale. Le spiegazioni fornite dall’uomo a giustificazione del possesso si sono rivelate del tutto inconsistenti, portando all’immediata incriminazione per ricettazione a suo carico.
Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta della Procura, disponendo il sequestro preventivo dei beni. Tale provvedimento è stato successivamente confermato sia dal Tribunale del Riesame che dalla Corte di Cassazione, la quale, in data odierna, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato, rendendo la misura definitiva.
