La mobilitazione studentesca Caudina del 25 gennaio: gli studenti rivendicano il proprio futuro
In data odierna, 25 gennaio, noi giovani del comprensorio caudino siamo scesi in piazza con determinazione per riappropriarci del nostro avvenire. Una parte significativa della popolazione studentesca ha scelto di disertare le lezioni, e sono stati allestiti due punti di raccolta e protesta, con la partecipazione di delegazioni da diverse scuole. Uno di questi presidi si è tenuto di fronte al Liceo “De Sanctis” di Cervinara, mentre contemporaneamente si svolgeva un sit-in in Piazza Umberto I a Montesarchio.
Siamo esausti di non essere considerati una priorità. L’istituzione scolastica ha il compito cruciale di formare i cittadini di domani ed è qui che devono essere convogliati gli investimenti. Anni di tagli ai finanziamenti hanno generato disagi strutturali, la cui entità è stata drammaticamente evidenziata dalla crisi pandemica. Le problematiche spaziano da un sistema di trasporto pubblico inefficiente e obsoleto, con mezzi insufficienti e datati, fino al sovraffollamento delle classi in ambienti didattici inadeguati e strutture scolastiche fatiscenti.
La nostra classe dirigente ha palesato una totale inettitudine. C’è stato tutto il tempo per pianificare investimenti e per discutere soluzioni, ma non è stato fatto nulla. Le carenze decennali del sistema educativo sembravano ignorate, e ci si è chiesti se l’introduzione dei “banchi a rotelle” fosse stata considerata una risposta sufficiente. Questa confusione generalizzata è la chiara conseguenza dell’incompetenza.
Veniamo sballottati da un giorno all’altro riguardo al rientro in classe, in un dibattito polarizzato che si riduce a un semplice “chiudere o riaprire”. Torneremo tra i banchi? Bene, ma esigiamo di farlo in piena sicurezza. Pretendiamo garanzie e tutele concrete. Non abbiamo ricevuto risposte tangibili né investimenti reali. Questo ritorno è intriso di dubbi e incertezze. Oggi rivendichiamo ciò che ci spetta: una didattica pubblica, equa, dinamica e inclusiva, e pretendiamo che i nostri rappresentanti politici ci ascoltino.
Riteniamo indispensabile una riforma radicale della Scuola, che parta da noi studenti, dal basso. Oggi apriamo un nuovo capitolo: se voi non siete stati in grado di ricostruirla, ce ne occuperemo noi!
