De Luca lancia l’allarme: “Tasso di positività ai massimi, una situazione insostenibile che prolunga il calvario”

De Luca lancia l’allarme: “Tasso di positività ai massimi, una situazione insostenibile che prolunga il calvario”

Con un tono incisivo che non lascia spazio a interpretazioni, il presidente Vincenzo De Luca ha commentato l’attuale panorama politico e sanitario, iniziando dalla figura di Mario Draghi, definita “di straordinario calibro e autorevolezza”. La sua comparsa sulla scena, ha osservato De Luca, porta una ventata di novità dopo un decennio caratterizzato da una retorica supponente e demagogica. Ha criticato l’immobilismo legislativo degli ultimi dieci anni, sottolineando l’incapacità di varare riforme significative. De Luca ha poi rievocato la nomina dell’ex premier Conte, un evento che, a suo dire, “non ha mai avuto caratteri di normalità”, sebbene nel paese si fosse diffusa l’idea opposta. Ha deplorato la mancanza di rispetto per l’azione politica e l’immagine disastrosa che ne è scaturita, contrassegnata da indifferenza e un’assenza di valore attribuito alla trasparenza.

L’arrivo di Draghi, ha proseguito, impone un’ineludibile resa dei conti per ogni attore politico, in particolare per il Movimento 5 Stelle, reo di aver capovolto le proprie posizioni in appena tre anni su temi cardine come la trasmissione in streaming degli atti, la condivisione delle informazioni con gli iscritti, le grandi opere, la campagna vaccinale e la gestione degli avvisi di garanzia, citando il caso della Raggi. De Luca ha ironizzato sulla trasformazione degli stili politici, da ministri che un tempo utilizzavano i mezzi pubblici a figure che oggi si muovono esclusivamente con auto di servizio. Ha poi dichiarato conclusa “la stagione del Conte-due”, definendola un periodo in cui “si sono manifestate situazioni che la ragione umana non avrebbe mai osato concepire”. Con una punta di sarcasmo, ha descritto l’episodio del tavolino “spoglio e scrostato” a Palazzo Chigi, interpretandolo come un tentativo maldestro di dimostrare un’inesistente austerità, conclusosi in un “barbecue” politico. Dopo l’attesa per la figura di Casalino, è emerso l’ex premier Conte con un discorso in cui si è autoproclamato “federatore delle forze progressiste”, includendo una “affermazione negativa e inequivocabile”: “io ci sono e ci sarò”, che De Luca ha letto come una chiara minaccia.

Il governatore ha poi spostato l’attenzione sulla preoccupante recrudescenza dei contagi. Sebbene la Campania abbia beneficiato per settimane della “zona gialla”, che offre maggiore libertà, De Luca ha ammonito che tale condizione si è tradotta in “zero controlli” a livello nazionale, rendendo “inevitabile e facilmente prevedibile” una nuova impennata dei casi. Ha parlato di un “tasso di positività estremamente gravoso”, con circa 1500 nuovi positivi al giorno, equivalenti al 10% dei test effettuati. Ha esortato a non farsi ingannare dai “numeri nazionali, che sono una truffa mediatica”, ribadendo che la ripresa dei contagi è “grave” proprio a causa dell’assenza di misure di controllo durante il periodo di minor restrizione.

I due vettori principali di questa recrudescenza, ha evidenziato De Luca, sono “la movida e gli assembramenti”, con numerosi giovani privi di mascherina, e la riapertura delle scuole. Ha chiesto al governo di adottare “decisioni nazionali adeguate”, abbandonando le “mezze misure e le divisioni in zone” che finora “non hanno portato a soluzioni efficaci”. Ha avvertito che “comportamenti irresponsabili” nelle aree in cui le attività economiche sono state riaperte non fanno che “prolungare il calvario dell’epidemia”, minacciando “il futuro dei nostri figli”. Invece di alleggerire le restrizioni, tali condotte “estendono per mesi i vincoli e le limitazioni”. La “dura realtà” è che “l’unica vera risposta risiede nelle vaccinazioni di massa”, e “fino a quando non avremo immunizzato in modo significativo le nostre comunità, nulla potrà considerarsi risolto”.

De Luca ha poi ribadito le preoccupazioni espresse la settimana precedente da genitori e docenti, criticando la “pressione esercitata dall’allora ministra Azzolina per la riapertura delle scuole”, che ha definito “il peggior ministro dell’Istruzione della storia repubblicana”. Ha affermato che la “priorità assoluta deve essere la salvaguardia della salute dei nostri figli”, un punto su cui “dovremmo essere tutti concordi”, pur prevedendo “l’insorgere di ricorsi per ulteriori riaperture”. Per rafforzare la sua posizione, ha fornito dati precisi sui contagi nelle scuole tra il 25 gennaio e il 4 febbraio: 573 casi nella fascia 0-5 anni; 617 tra i 6 e i 10 anni; 351 tra gli 11 e i 13 anni; e 739 tra i 14 e i 19 anni. Questo porta a un totale di 2280 nuovi positivi “solo nel contesto scolastico, tra studenti e personale”. Ha concluso affermando che “questa situazione è insostenibile” e che “i numeri sono destinati ad aumentare nei prossimi 4 o 5 giorni”. “Stiamo operando per la prevenzione, basandoci su dati allarmanti”, ha dichiarato, aggiungendo: “Non sono tranquillo nel riferirvi queste informazioni, ma sento il dovere di farlo come padre di famiglia”.