Benevento, illeciti in carcere: blitz della Polizia Penitenziaria contro traffico di droga e cellulari
Nella giornata odierna, un’importante operazione condotta dalla Polizia Penitenziaria ha portato all’applicazione di misure cautelari per cinque individui, scardinando un sistema di spaccio attivo all’interno della Casa Circondariale di Benevento. L’intervento, frutto di complesse indagini coordinate dalla Procura di Benevento, ha visto il coinvolgimento dei Nuclei Investigativi Regionali di Torino, Firenze, Bari e Napoli, con la supervisione del Nucleo Investigativo Centrale.
Il Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) del Tribunale di Benevento ha emesso un’ordinanza che dispone la custodia in carcere per quattro soggetti, già noti alle forze dell’ordine per precedenti penali, inclusi reati legati alla criminalità organizzata. Parallelamente, una donna incensurata, residente nella provincia di Napoli, è stata sottoposta alla misura dell’obbligo di dimora. Si segnala che uno dei destinatari del provvedimento si è sottratto all’arresto e le ricerche per la sua cattura sono attualmente in corso.
La meticolosa inchiesta, condotta dalla Polizia Penitenziaria di Benevento sotto l’egida della Procura locale, ha permesso di far luce sull’esistenza di un’articolata rete di traffico di stupefacenti operante direttamente tra le mura del penitenziario. In particolare, l’organizzazione vedeva coinvolti alcuni detenuti appartenenti al circuito di alta sicurezza. Questi utilizzavano telefoni cellulari introdotti clandestinamente per mantenere un contatto costante con l’esterno, gestendo non solo l’ingresso e la vendita di droghe, ma anche l’organizzazione dei pagamenti ai fornitori.
I dispositivi mobili, contrabbandati all’interno della struttura, non servivano unicamente per comunicazioni con i familiari; erano strumenti cruciali per i reclusi al fine di ricevere direttive o impartire istruzioni a familiari o terzi riguardo alle modalità di rifornimento degli stupefacenti e alla liquidazione delle somme dovute per le sostanze ricevute. Le droghe venivano introdotte nell’istituto principalmente attraverso i colloqui con i familiari. La successiva distribuzione all’interno delle diverse sezioni detentive avveniva poi tramite altri detenuti che svolgevano mansioni lavorative, oppure calando contenitori vuoti, come buste della spesa, dalle finestre delle celle utilizzando corde.
L’indagine ha altresì rivelato un fiorente commercio clandestino di telefoni cellulari, spesso di dimensioni estremamente ridotte per facilitarne il celamento, e di schede SIM attivate con intestatari fittizi, sovente a nome di soggetti stranieri risultati inesistenti.
