Sant’Agata de’ Goti: Sigilli dei Carabinieri Forestali a un impianto di lavorazione marmi clandestino

Sant’Agata de’ Goti: Sigilli dei Carabinieri Forestali a un impianto di lavorazione marmi clandestino

Gli effettivi della Stazione Carabinieri Forestale di Sant’Agata de’ Goti, afferenti al Gruppo di Benevento, hanno posto sotto sequestro preventivo un vasto stabilimento di circa 800 metri quadrati, adibito alla lavorazione del marmo. L’intervento è avvenuto nel comune di Sant’Agata de’ Goti, in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, nell’ambito di un’operazione di controllo volta a identificare e contrastare attività produttive artigianali o industriali potenzialmente dannose per l’ambiente.

La confisca cautelare è stata ordinata dopo che gli agenti hanno accertato come il proprietario dell’impianto operasse l’attività produttiva e commerciale senza le necessarie licenze. Tra le autorizzazioni mancanti figuravano quella per le emissioni in atmosfera e la valutazione dell’impatto acustico generato dall’uso di macchinari e attrezzature. Inoltre, l’azienda non aveva presentato la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) al Comune e non disponeva di alcuna documentazione relativa allo smaltimento dei rifiuti, compresi quelli speciali e pericolosi, che peraltro erano parzialmente stoccati all’interno della struttura.

Ulteriori criticità sono emerse nei locali dove si effettuavano il taglio e la lucidatura del materiale lapideo: qui era assente qualsiasi sistema di captazione, convogliamento ed evacuazione delle polveri di marmo. Tali dispositivi sono obbligatori per legge per garantire la sicurezza e la salubrità degli ambienti lavorativi.

Di conseguenza, il responsabile dell’attività è stato deferito all’Autorità Giudiziaria. Le contestazioni a suo carico riguardano presunte violazioni del Testo Unico Ambientale, nello specifico per la gestione non autorizzata di rifiuti e per l’emissione illecita nell’atmosfera di sostanze aeriformi, costituite dalle polveri prodotte durante le fasi di lavorazione del marmo.

Queste ispezioni sulle attività produttive, condotte dal personale dei Carabinieri Forestali, non sono un caso isolato. Già nel mese precedente, operazioni analoghe avevano portato alla chiusura di altri due stabilimenti – una falegnameria industriale e un’altra impresa di lavorazione marmi – anch’essi operanti in modo irregolare e privi delle necessarie autorizzazioni ambientali. I controlli proseguiranno con determinazione su tutto il territorio di competenza, con l’obiettivo primario di tutelare l’ecosistema e salvaguardare la salute pubblica.