**Foiano di Val Fortore Ricorre al TAR Contro i Provvedimenti Provinciali sull’Energia Eolica**

**Foiano di Val Fortore Ricorre al TAR Contro i Provvedimenti Provinciali sull’Energia Eolica**

Il Comune di Foiano di Val Fortore, per voce del sindaco e consigliere provinciale Ruggiero, ha annunciato un’azione legale presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per contestare le recenti determinazioni della Provincia di Benevento in merito allo sviluppo delle energie rinnovabili. L’istanza mira all’annullamento di due specifiche delibere del Presidente della Provincia: la n° 44 del 19 febbraio 2021 e la n° 18 del 26 gennaio 2021, considerate di dubbia legittimità e significato.

La prima delibera riguarda l’installazione di un singolo aerogeneratore con una potenza di 975 Kw, destinato al territorio di Foiano di Val Fortore. La seconda, invece, fa riferimento alla realizzazione di un parco eolico composto da tre aerogeneratori, opera della società Irpinia Vento, la cui infrastruttura di connessione ricade in larga parte sempre all’interno dei confini comunali di Foiano.

Il ricorso del Comune si fonda su diverse argomentazioni critiche. In primo luogo, viene messa in discussione la reale competenza della Provincia nell’ambito della Procedura Autorizzatoria Unica Regionale (PAUR) gestita dalla Regione Campania. Quest’ultima, nella fase di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), richiede alla Provincia di Benevento unicamente un parere tecnico, limitato alle sue prerogative ambientali. Contrariamente, la Provincia avrebbe emesso degli “atti politici” basati su considerazioni estranee alla sfera tecnica, i quali producono pareri negativi che spesso si fondano su vincoli territoriali che, tuttavia, non costituiscono divieti assoluti per la costruzione di tali infrastrutture.

Si evidenzia, inoltre, una problematica persistente nei discorsi del Presidente della Provincia: un continuo riferimento a una pianificazione energetica futura che esula palesemente dalle competenze provinciali. Similmente, si fa menzione di procedure già dettagliatamente delineate nel Decreto Ministeriale del 10 settembre 2010 e nella delibera di Giunta Regionale n° 533 del 2016, indicando una ridondanza. A ciò si aggiunge l’invocazione di un Piano Territoriale di Coordinamento provinciale non solo obsoleto, ma anche incoerente con l’attuale quadro normativo che promuove lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Il Comune ritiene che sia giunto il momento di porre fine a questo “modo di agire privo di logica”. Il ricorso al TAR è motivato anche dal fatto che le delibere provinciali, pur includendo argomentazioni condivisibili sulla tutela idrogeologica dei siti, si perdono in digressioni socio-economiche irrilevanti rispetto a quanto richiesto dalla Regione Campania. Si segnalano persino casi in cui le delibere indicano perimetrazioni di enti parco inesistenti nel territorio del Fortore.

Secondo il sindaco Ruggiero, la posizione del Presidente Di Maria, che vede nelle rinnovabili un grave ostacolo, sarebbe influenzata dall’opposizione manifestata dalla comunità di Santa Croce del Sannio verso impianti già autorizzati. Questo avrebbe spinto il Presidente a “provincializzare” la questione, coinvolgendo altre comunità con simili infrastrutture. Tali argomentazioni non appaiono casuali, ma si inseriscono in un periodo pre-elettorale per il rinnovo del consiglio provinciale e quello della città di Benevento, suggerendo un uso strumentale di ogni dibattito per fini politici.

La notizia, recentemente riportata da “Il Sole24 Ore”, secondo cui l’Italia raggiungerà gli obiettivi di energia rinnovabile fissati per il 2030 solamente nel 2089, offre un contesto più ampio a questa disputa locale. In un’epoca che vede l’Italia con un nuovo Ministro della Transizione Ecologica, un Recovery Fund ampiamente dedicato all’ambiente e una crescente pressione globale per un modello di vita più sostenibile, la Provincia di Benevento, attraverso un “ambientalismo ipocrita” che dichiara di voler salvaguardare tradizioni e vecchie direttrici economiche, continua a promuovere modelli anacronistici, che storicamente sono stati sinonimo di miseria e arretratezza. Questo approccio rappresenta, in sintesi, una dichiarazione di ostilità, peraltro priva di senso, nei confronti della green economy e del futuro sostenibile.