Altavilla Irpina, Ponte Sacro tra Santi: L’Arrivo della Reliquia di San Giovanni Paolo II, il Papa che Canonizzò Sant’Alberico Crescitelli
La comunità di Altavilla Irpina e, in particolare, il suo parroco, Don Livio Iannaccone, nutrono un profondo vincolo con la figura di Sant’Alberico Crescitelli. Entrambi originari del medesimo borgo irpino, sacerdoti e legati da una parentela materna collaterale, la loro storia si intreccia in modo significativo. Da quando Don Livio ha assunto l’incarico di parroco di Altavilla Irpina e rettore del Santuario Diocesano intitolato a San Pellegrino e Sant’Alberico Crescitelli, ha dedicato un’energia straordinaria alla riscoperta e alla promozione del martire Alberico presso l’intera comunità irpina. Le sue iniziative spaziano dalla ricerca storica a eventi culturali e pastorali, con l’obiettivo di illuminare la straordinaria personalità del Santo. Un esempio lampante di questa dedizione è il museo allestito nella casa natale di Sant’Alberico, una testimonianza vivida della sua passione per le radici storico-spirituali che plasmano profondamente l’identità locale.
Recentemente, Don Livio ha voluto commemorare due date significative: il settantesimo anniversario della beatificazione di Sant’Alberico, avvenuta il 18 febbraio 1951 sotto il pontificato di Papa Pio XII, e il ventesimo anniversario della sua canonizzazione, celebrata il 1° ottobre 2000 per volontà di Papa Giovanni Paolo II. In questo contesto, il parroco ha rivolto una richiesta all’Arcivescovo di Benevento per ottenere una reliquia del Santo Papa polacco, da custodire nel santuario di Altavilla. Monsignor Felice Accrocca ha prontamente inoltrato tale richiesta all’ufficio reliquie del Vicariato di Roma, ricevendone l’approvazione e consegnando poi la preziosa testimonianza alla comunità parrocchiale.
Durante la solenne celebrazione eucaristica, l’Arcivescovo ha inoltre benedetto una statua lignea policroma, originariamente creata nel 1954 e ora accuratamente restaurata presso il rinomato laboratorio di arte sacra Stuflesser a Ortisei. Gli abiti indossati dalla rappresentazione del martire replicano fedelmente i colori di quelli autentici conservati nella casa-museo. All’evento hanno partecipato numerose personalità e associazioni locali: il Sindaco, Dott. Mario Vanni, i gruppi di volontariato della Misericordia e della Protezione civile, e i rappresentanti di varie realtà attive nel comune, tra cui “Il Gabbiano”, la Confraternita di San Bernardino, gli scout e l’oratorio Anspi.
La vita di Alberico Crescitelli, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), ha inizio ad Altavilla Irpina il 30 giugno 1863. Quarto di undici figli, proveniva da una famiglia benestante, il cui padre era farmacista. Una delle sue sorelle, Matilde, sposò un membro della famiglia Mainolfi di Cervinara, dove riposa in una cappella legata a una congrega locale. All’età di diciassette anni, l’8 novembre 1880, Alberico entrò nel PIME a Roma. Dopo sette anni di studi seminaristici, durante i quali fu anche allievo del sannita Mazzella, ricevette l’ordinazione sacerdotale il 4 giugno 1887. Il 10 luglio dello stesso anno tornò ad Altavilla per prepararsi alla sua missione nello Shensi meridionale, in Cina.
Proprio in quel periodo, Altavilla fu colpita da una grave epidemia di colera, e Padre Alberico si prodigò con dedizione, supportando i sacerdoti del paese e assistendo i malati. Finalmente, dopo un periodo di intenso servizio locale, partì per Roma. Qui, dopo aver ricevuto la consegna del Crocifisso missionario e un’udienza con Papa Leone XIII il 1° aprile 1888, intraprese il lungo viaggio che lo condusse a Shanghai il 14 maggio, dopo trentasei giorni di navigazione. In Cina, apprese la lingua locale e, superate innumerevoli difficoltà, raggiunse la comunità cristiana sulle rive del fiume Han.
Durante il suo apostolato, scrisse circa trecento lettere alla madre e ai superiori in Italia, visitò le diverse comunità cristiane disseminate nel territorio, eresse una chiesa, fondò colonie agricole, ottenne un gran numero di conversioni e si impegnò a sradicare il culto degli idoli pagani. Nonostante il suo benefico operato a favore dei più indigenti, i capi locali fomentarono odio e persecuzione contro i missionari. Padre Crescitelli si occupava anche di orfanotrofi che accoglievano centinaia di bambine bisognose. In questo contesto, la politica antioccidentale e anticattolica si fece sempre più virulenta.
Il 21 luglio 1900, a Yesntsepien, Padre Alberico subì torture atroci, fu brutalmente assassinato, smembrato e i suoi resti gettati nel fiume. Morì in maniera cruenta e disumana all’età di soli 37 anni, dopo dodici anni dedicati al bene materiale e spirituale del popolo cinese. Questo straordinario martire della Chiesa Cattolica ricevette la palma del martirio durante la tristemente nota persecuzione dei Boxer. Giovanni Paolo II lo incluse nell’elenco dei 120 Santi Martiri in Cina, canonizzati in Piazza San Pietro il 1° ottobre del Grande Giubileo del 2000. La sua memoria liturgica viene celebrata ogni anno il 21 luglio.
La Chiesa Beneventana si conferma così una vera e propria “fucina di santi”. Padre Alberico Crescitelli si distinse per la sua intelligenza acuta, la generosità senza limiti, la tenacia incrollabile nella missione evangelizzatrice, la sua apertura ai problemi sociali e ai bisogni dei poveri. Fu inoltre esempio di un sapiente spirito di inculturazione, adattandosi con rispetto alla lingua e ai costumi locali, mostrando un’abnegazione totale, una fede luminosa e una testimonianza eroica.
