Il Settore Funebre Campano al Bivio: CNA e Geremia Chiedono il Rilancio del Dialogo con la Regione

Il Settore Funebre Campano al Bivio: CNA e Geremia Chiedono il Rilancio del Dialogo con la Regione

Il segretario di CNA Campania Nord, Francesco Geremia, interviene con decisione a favore delle centinaia di aziende funerarie campane di piccola e media dimensione, esprimendo forte preoccupazione. Secondo Geremia, la serie di decisioni assunte dalla giunta regionale guidata dal Presidente De Luca, in particolare le delibere del 27 novembre 2017, ha generato una notevole disconnessione tra l’amministrazione e le piccole imprese, riattivando un malcontento che ha condotto alla recente protesta del 28 dicembre 2017, con una marcia di mezzi funebri a Napoli. Questi interventi normativi, che rischiano di compromettere la continuità di molte realtà imprenditoriali del comparto, si innestano su una precedente disposizione del Consiglio Regionale del 2013, risalente all’era Caldoro, un provvedimento per il quale CNA aveva già manifestato le proprie riserve e timori, riscontrabili oggi nelle medesime critiche espresse da altri attori del settore.

“Già al tempo dell’amministrazione Caldoro,” prosegue Geremia, “la nostra associazione aveva condotto un’analisi di sostenibilità, evidenziando come punto critico principale l’imposizione dell’assunzione a tempo indeterminato e continuativo di almeno quattro dipendenti, oltre a un direttore tecnico, per ogni singola impresa. Questa struttura organizzativa, sebbene idealmente desiderabile, si rivela inadeguata per il tessuto imprenditoriale campano, composto prevalentemente da micro e piccole imprese, anche di natura artigianale. Queste ultime si troverebbero nell’impossibilità di coprire i costi ingenti derivanti da un assetto del personale così oneroso, come delineato dalla legislazione regionale. È evidente,” sottolinea Geremia, “che qualora tali requisiti dovessero persistere, numerose aziende, alcune con una consolidata tradizione alle spalle, saranno inevitabilmente costrette a cessare la propria attività, lasciando un vuoto nel settore e nella comunità.”

“Riteniamo che questa presa di coscienza stia alimentando un profondo risentimento e una crescente tensione nei confronti della Regione e delle stesse municipalità, incaricate di redigere le relative normative attuative,” aggiunge il segretario di CNA. “Siamo convinti che la Regione Campania non debba imporre requisiti eccessivamente stringenti, ma piuttosto, come già avvenuto in altre aree d’Italia, trovare un equilibrio. È cruciale armonizzare l’indispensabile modernizzazione e sviluppo del comparto, data l’estrema sensibilità dei servizi offerti, con il diritto legittimo delle imprese di proseguire la propria operatività.”

“Pertanto, la nostra aspettativa è un’immediata riapertura del dialogo con l’ente regionale campano, fondato su una mutua apertura alla comprensione e al riconoscimento delle reciproche istanze,” conclude Geremia.