L’Eredità della Violenza Domestica: Il 65% dei Figli Assiste, Uno su Due Ne Sarà Parte, Vittima o Aggressore

L’Eredità della Violenza Domestica: Il 65% dei Figli Assiste, Uno su Due Ne Sarà Parte, Vittima o Aggressore

La violenza contro le donne trascende la mera aggressione fisica o psicologica subita in prima persona, tessendo una trama di sofferenza che si estende ai minori. Un impressionante 65% dei figli è, purtroppo, spettatore diretto degli abusi inflitti alle madri, e tale esposizione lascia un’impronta indelebile, le cui conseguenze si manifestano per l’intera esistenza. Questo aumenta significativamente la probabilità che, da adulti, questi giovani replichino i modelli di violenza, sia nei panni di aggressori che in quelli di vittime.

Queste e altre rivelazioni preoccupanti sono emerse durante il recente corso di formazione per giornalisti intitolato “Stop alla violenza di genere. Formare per fermare”, organizzato a Roma con il supporto incondizionato del Gruppo Menarini e in collaborazione con il Dipartimento delle Pari Opportunità. Gli esperti intervenuti hanno sottolineato la scarsa attenzione dedicata al vissuto dei bambini in queste circostanze e, per mitigare gli effetti traumatici, propongono l’introduzione del reato specifico di “violenza assistita”.

“È un appello che rivolgiamo con forza al futuro Parlamento,” ha dichiarato Alessandra Kustermann, direttrice dell’UOC di pronto soccorso Ostetrico-ginecologico e del Servizio Soccorso Violenza Sessuale e Domestica del Policlinico di Milano. “Potremmo lavorare a un progetto di legge che elevi la violenza assistita da semplice aggravante, quale è oggi, a reato autonomo. Di fatto, si tratta di una vera e propria forma di maltrattamento. L’obiettivo primario è proteggere tutti quei bambini e adolescenti che, assistendo alla violenza in famiglia, subiscono danni che li accompagneranno per tutta la vita, danni di cui spesso né la madre né la società sono pienamente consapevoli.” Kustermann ha aggiunto che, sebbene in circa il 60% dei casi di violenza domestica segnalati al loro Servizio, solo il 18% delle donne ammetta inizialmente che i figli siano stati spettatori degli abusi, colloqui approfonditi rivelano quasi sempre la piena consapevolezza dei minori riguardo alle sofferenze materne.

Le ripercussioni sono gravi e si estendono dall’infanzia all’età adulta: una carenza nello sviluppo emotivo, le persistenti cicatrici di traumi subiti come testimoni e vittime indirette, alterano profondamente la capacità di affrontare la vita. “Si osservano comportamenti violenti e forme di bullismo,” ha evidenziato Danila Pescina, criminologa ed esperta di psicologia delle dipendenze, “fino all’abuso di alcolici o disturbi del comportamento alimentare come anoressia e bulimia. I ragazzi sviluppano con maggiore probabilità disturbi da stress post-traumatico o depressione, manifestano alterazioni del sonno, problemi scolastici e somatizzano il disagio con patologie come asma o allergie. I figli di donne maltrattate presentano inoltre una bassa autostima, sono costretti a crescere troppo in fretta e, non avendo avuto un’educazione emotiva adeguata, faticano a gestire le proprie emozioni e quelle altrui. Non sviluppano empatia, risultando incapaci di comprendere il dolore che possono provocare in un’altra persona. Per questo, i maschi sono più inclini, una volta cresciuti, a esercitare violenza nelle relazioni di coppia, e le femmine, purtroppo, a subirla quasi come fosse un destino ineluttabile.”

Questi aspetti della violenza sulle donne vengono quasi sempre trascurati. Pertanto, le esperte ritengono sia giunto il momento di squarciare il velo sulle sofferenze di chi è spettatore degli abusi per spezzare questa catena di odio.

“Menarini è estremamente orgogliosa di promuovere occasioni di confronto e sensibilizzazione sulla violenza di genere,” ha commentato Valeria Speroni Cardi, portavoce del Gruppo Menarini. “Essendo guidata da una presidente donna, Lucia Aleotti, l’azienda è particolarmente sensibile a questa tematica e impegnata a sostenere iniziative di tale importanza, fondamentali per far conoscere un’emergenza che, purtroppo, non accenna a diminuire. La cronaca ci riporta quasi ogni giorno episodi di violenza contro le donne; l’ultimo femminicidio risale ad appena quattro giorni fa. È quindi cruciale che la società civile non abbassi mai la guardia e, soprattutto, che si formi una coscienza collettiva che si opponga fermamente agli abusi verso i più vulnerabili. Il nostro sostegno a questo incontro è una ulteriore dimostrazione del concreto impegno sociale dell’azienda, che ha avuto inizio quasi due anni fa con il progetto per la lotta all’abuso sui minori, tuttora in corso, e prosegue oggi con un evento volto a incrementare la consapevolezza su maltrattamenti, abusi e violenze contro le donne. Il nostro obiettivo ultimo è prevenire la genesi di storie di violenza che nessuno vorrebbe mai udire, tutelando sia i minori che le donne.”