La Ripresa a Due Velocità: Un Segnale Concreto Solo per una Piccola Parte delle Imprese Italiane

La Ripresa a Due Velocità: Un Segnale Concreto Solo per una Piccola Parte delle Imprese Italiane

Nei primi mesi del 2021, appena un quarto delle aziende italiane (il 26% per la precisione) ha percepito una riattivazione delle proprie operazioni. Tuttavia, l’analisi rivela che per circa la metà di queste, i segnali sono ancora troppo flebili per essere considerati l’inizio di una robusta traiettoria positiva. Si nutre la speranza che questa debole tendenza possa acquisire vigore con l’intensificarsi della campagna di vaccinazione e con l’iniezione dei fondi europei del Recovery Plan, destinati a supportare investimenti strategici in ambiti quali infrastrutture, servizi, digitalizzazione e transizione ecologica. Questo quadro emerge da uno studio condotto dall’Unione Europea delle Cooperative (Uecoop), volto a monitorare l’impatto della crisi generata dall’emergenza Covid-19 sul tessuto imprenditoriale.

Uecoop evidenzia come la congiuntura pandemica stia severamente intaccando ogni comparto, dal terziario al commercio, dalla logistica all’industria manifatturiera, dall’agroalimentare al settore turistico. Le ripercussioni includono cali significativi nel giro d’affari, l’interruzione di piani di investimento e crescenti difficoltà nel salvaguardare i posti di lavoro esistenti. L’impazienza con cui vengono attesi gli interventi di sostegno rappresenta una chiara spia di una diffusa angoscia socio-economica che sta affliggendo sia le attività produttive che i nuclei familiari, rischiando di compromettere la stabilità complessiva dell’economia del paese.

Tra le realtà che hanno sperimentato una diminuzione del fatturato, oltre la metà (il 57%) ha visto i propri ricavi contrarsi tra il 10% e il 50%, con picchi che in taluni frangenti hanno superato il 70%. Malgrado la consapevolezza generalizzata circa l’urgenza di agire celermente, Uecoop esprime preoccupazione per l’eventualità che le stanziate risorse del Recovery Plan giungano con eccessivo ritardo, rendendo arduo il recupero delle perdite accumulate e la salvaguardia sia dell’occupazione che della competitività sui mercati, sia interni che internazionali.

Uecoop sottolinea inoltre come questa congiuntura stia gravando pesantemente sull’intero ecosistema produttivo italiano, in cui le circa 80.000 cooperative nazionali svolgono un ruolo cruciale. Con un bacino di oltre un milione di occupati, queste realtà operano in settori diversificati e strategici: dalla logistica all’agroalimentare, dalla sanità ai servizi sociali e assistenziali, dall’edilizia alla sorveglianza, fino alla cultura e agli spettacoli.

A complicare ulteriormente il quadro, si è registrato un incremento dei costi operativi. Per quasi un’azienda su due (il 45%), la sicurezza sanitaria è diventata la voce di spesa più significativa durante l’anno dell’emergenza Covid-19. Questo ha comportato investimenti eccezionali in dispositivi di protezione, riorganizzazione dei turni e gestione degli spazi, mirati a tutelare dipendenti e ambienti lavorativi dalla minaccia virale. Di conseguenza, il successo rapido e capillare della campagna vaccinale è giudicato da Uecoop come un fattore strategico e indispensabile per il rilancio del Paese e per il recupero dei 945.000 impieghi svaniti nel corso del 2020.

Per quanto riguarda le prospettive di uscita dall’emergenza Covid-19 per l’economia italiana, l’80% delle imprese intervistate stima che saranno necessari dai sei ai dodici mesi. Sebbene una quota del 15% sia più pessimista, prevedendo un orizzonte di almeno due anni, Uecoop rileva l’esistenza di un esiguo 3% di operatori ultra-ottimisti che confidano in una risoluzione della crisi in appena tre mesi.