Il Presidente Vigorito Accende la Fiamma: A Torino per la Passione dei Tifosi e l’Entusiasmo dei Piccoli Giallorossi

Il Presidente Vigorito Accende la Fiamma: A Torino per la Passione dei Tifosi e l’Entusiasmo dei Piccoli Giallorossi

Non è il momento di tirare le somme. Ho la ferma convinzione che la partita di domani sera sarà una vera e propria battaglia sportiva. Molti fattori convergono in questa direzione. Non mi appello a legami di fratellanza, ma alla comprovata professionalità che gli Inzaghi hanno sempre mostrato nel corso delle loro carriere, al di là di ogni risultato: quella di essere due instancabili combattenti nel mondo del calcio. Non permetteranno certamente che la loro reputazione, costruita con impegno, venga macchiata, dando ragione a chi dubita della loro determinazione o abilità nel perseguire la vittoria. Loro sono l’emblema di un calcio onesto e genuino. L’amore e il rispetto tra fratelli si manifestano al meglio proprio onorando l’impegno sul campo. Se il Torino dovesse superarci, ciò significherà che la nostra retrocessione in Serie B sarà meritata. La mia censura è rivolta a coloro che chinano il capo dopo una sconfitta, segno di chi non osa affrontare lo sguardo altrui per timore di critiche fondate. Dobbiamo mantenere la testa alta, come ho fatto io stesso parlando con i tifosi dopo l’ultima gara. Li ho ringraziati. Essi non dimenticano quindici anni della nostra storia, un percorso che spero ardentemente possiamo proseguire. Domani avranno il cuore in gola, ma, al di là di tutto, il Benevento c’è e persiste. La nostra storia non si concluderà né domani sera né domenica, perché questo sport rappresenta il nostro sogno ininterrotto. I sogni non svaniscono al risveglio; continueremo sempre a sognare, perché non smetteremo mai di lottare. Ogni uomo e ogni calciatore deve sentire l’onore di scendere in campo per una delle sfide più memorabili della storia del Benevento.

Ho dedicato l’intera settimana a una profonda riflessione sulle mie parole rilasciate dopo la partita contro il Cagliari. Erano, in effetti, una chiara e inequivocabile presa di posizione. Ieri, ho avvertito un cambiamento in me. C’è la consapevolezza, da parte di una persona come me, di aver superato una certa ritrosia, portandomi per la prima volta ad abbracciare individualmente i calciatori prima dell’incontro. Ho condiviso con loro pensieri profondi, esortandoli a esprimere la loro passione. Ho percepito la loro commozione e il loro coinvolgimento. Anche io non ho apprezzato il modo in cui è terminata quella partita. Nella mia mente ho già delineato uno scenario futuro, di cui discuteremo una volta calato il sipario su questa fase. Sono ben consapevole di cosa dovrò affrontare, delle mie prossime dichiarazioni e delle decisioni che prenderò. Non le mantengo segrete, perché il mio unico obiettivo è la vittoria a Torino. Come ho già chiarito, se percepirò una mancanza di convinzione o la totale assenza di spirito nei calciatori, non esiterò a schierare la squadra Primavera. Non consentirò a nessuno di affrontare una sfida di tale importanza con superficialità. Se necessario, procederemo anche da soli.

A Torino, desidero che scendiamo in campo con la massima determinazione per i nostri appassionati sostenitori, per i giovani che hanno imparato ad affezionarsi profondamente al Benevento, e per l’immenso sacrificio del nostro personale, inclusi i magazzinieri. La mia esperienza di vita mi ha insegnato a fronteggiare il dolore, ma trovo iniquo che siano loro a subirne le conseguenze. Ribadisco questo concetto pensando a quei tifosi residenti al nord, che con orgoglio si sono presentati fuori dall’albergo, spinti dal loro incondizionato amore per questi colori. Il mio desiderio è proseguire il percorso di crescita che abbiamo intrapreso negli anni. Attualmente, siamo l’ottava squadra d’Italia per seguito di pubblico. Siamo partiti da appena 270 spettatori, e oggi vantiamo una media di 700.000 telespettatori per partita. Questo significa offrire una concreta speranza a quei giovani, dimostrando che anche a Benevento è possibile raggiungere traguardi significativi. Nel mio ruolo di presidente di Confindustria, auspico che questo territorio possa ritrovare la sua serenità e offrire nuove opportunità. Il Benevento, pur essendo una realtà apparentemente piccola, rappresenta una goccia vitale e di grande importanza in questo contesto.

Non mi lancio in promesse azzardate, ma posso solo esortare i nostri tifosi a tenere alte le loro bandiere, simbolo della nostra identità. Non ci sarà resa da parte nostra. Ai cittadini del Sannio interessa che qualcuno, tra noi, metta in campo tutta la propria anima e dedizione, e questo lo avranno sempre da me. Benevento è la mia casa, la mia città. Desidero ardentemente che l’atmosfera che circonda il calcio possa tornare a essere serena e gioiosa.