Irpinia Reagisce: Controvento e le Sardine Uniscono le Forze Contro l’Esclusione Regionale
L’odierna assegnazione di incarichi che le fazioni politiche del cosiddetto centrosinistra irpino stanno portando avanti all’interno dell’ASI e dell’Alto Calore minaccia di richiamare la figura dell’orchestra del Titanic, che continuava a suonare imperterrita mentre l’impatto devastante con l’iceberg era ormai imminente. Mentre la provincia di Avellino viene palesemente estromessa dalle direttive di sviluppo delineate dalla Regione Campania e relegata a una posizione di sconcertante marginalità nel documento “Next Generation Campania” – inviato dalla presidenza della giunta regionale al governo centrale per contribuire alla formulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – i rappresentanti delle forze politiche di maggioranza hanno sistematicamente evitato di assumere qualsiasi posizione di protesta, disaccordo, perplessità o disappunto. Al contrario, hanno trovato un improvviso vigore nel determinare il rinnovo delle cariche nei due enti di servizio. Tutto questo, senza mostrare alcuna attenzione né agli indirizzi programmatici né al merito delle proposte per amministrare due enti a cui proprio il “Recovery Plan” assegna funzioni cruciali nei settori dello sviluppo industriale e della gestione della risorsa idrica. Hanno invece proceduto secondo le prassi più antiche, obsolete e insostenibili che hanno segnato per decenni la gestione di tali pratiche, privilegiando la logica della spartizione tra correnti interne che deprime competenze e professionalità, finendo per speculare sul bene comune. Così, il pretesto fallace di una asserita, sguaiata e assai contraddittoria proclamazione della supremazia della politica, realizza un’ulteriore iniziativa all’insegna della scarsa levatura e dell’opportunismo, rivelandosi infine autolesionista. È come se il tempo si fosse fermato, come se nel frattempo nulla fosse accaduto.
Una simile affannata corsa all’occupazione di spazi deve aver assorbito interamente i consiglieri regionali di maggioranza Vincenzo Alaia, Livio Petitto e Maurizio Petracca, i dirigenti dei partiti – o presunti tali – che oggi esistono, i capicorrente, i sindaci e gli amministratori locali. A distanza di due settimane dall’invio del documento “Next Generation Campania” al governo di Mario Draghi, si attende ancora di conoscere la loro reale valutazione. Si tratta di un silenzio assordante e particolarmente grave, dal momento che – come evidenziano le associazioni “Controvento”, “Avellino prende parte” e “Sardine d’Irpinia” – nelle sei missioni per la crescita e lo sviluppo che strutturano il testo regionale, la provincia di Avellino ha una posizione inevitabilmente condannata all’irrilevanza. Il programma della Regione Campania, infatti, si configura come un mero assemblaggio di progetti che chiaramente giacevano nei vari cassetti in attesa di essere recuperati, e che ora sono stati raggruppati senza un approccio strutturato, senza una progettualità bilanciata e davvero orientata al divenire, e senza offrire alcuna soluzione all’esigenza profonda che riguarda l’intero territorio.
In questo catalogo, l’Irpinia è vilipesa e le aree interne nel loro complesso sono umiliate. Vi è l’ipotesi di una Stazione logistica in Valle Ufita e il raddoppio del raccordo autostradale Avellino-Salerno, ma nell’imprecisione degli interventi niente è detto riguardo l’istituzione di un’autentica rete di medicina territoriale e la realizzazione di misure adeguate per rivitalizzare i Comuni dell’Irpinia – e anche del Sannio – che si stanno progressivamente spopolando. Non c’è alcun progetto lungimirante, nessuno sforzo di immaginare una nuova fase e, soprattutto, è tragicamente assente un’analisi delle ripercussioni dei traumi prodotti dalla pandemia nei luoghi più vulnerabili della Campania.
Le associazioni “Controvento”, “Avellino prende parte” e “Sardine d’Irpinia”, nel corso dei dialoghi che per tre mesi si sono sviluppati per elaborare il proprio dossier di proposte “Irpinianext generation Eu”, hanno potuto rilevare la necessità di articolare le istanze del territorio e di integrarle in un progetto di sviluppo armonico: in una visione della provincia di Avellino come elemento fondamentale di una più vasta macro-area interna della Campania. Questo anelito costruttivo non trova alcun riscontro nel documento della Regione Campania, il quale erige la fascia costiera e metropolitana di Napoli, Caserta e Salerno come fulcro, e colloca l’Irpinia e il Sannio in una dimensione di appendice territoriale da sfruttare e depauperare secondo necessità.
Oggi le aree interne si trovano al minimo storico dell’attenzione politica, amministrativa, civile e culturale: relegate a un ruolo di appendice trascurabile e irrilevante. La responsabilità ricade su chi governa e su quanti, con comoda passività, permettono tali comportamenti. La verità – per le associazioni “Controvento”, “Avellino prende parte” e “Sardine d’Irpinia” – è che l’inerzia della politica odierna è una conseguenza diretta del passato. In questa fase, che è la più difficile della storia dell’Irpinia, si pagano gli errori e le errate impostazioni del passato, soprattutto le evidenti ricadute di una struttura di potere ormai giunta a palesare l’inidoneità dei suoi rappresentanti. È una presa d’atto amara e sofferta, che motiva chiunque abbia a cuore il destino di questa terra a compiere un netto cambiamento nell’impegno e nell’attivismo, per rivendicare un ruolo guida e promuovere una nuova concezione di politica, crescita e sviluppo.
ASSOCIAZIONE CONTROVENTO
ASSOCIAZIONE AVELLINO PRENDE PARTE
SARDINE D’IRPINIA
