Proscioglimento a Montesarchio: Michele Buonanno Assolto dall’Accusa di Violenza Sessuale Aggravata

Proscioglimento a Montesarchio: Michele Buonanno Assolto dall’Accusa di Violenza Sessuale Aggravata

Si è concluso con l’assoluzione per insufficienza di prove il lungo procedimento giudiziario a carico di Michele Buonanno, sessantaquattrenne originario di Avellino ma residente da anni a Montesarchio. Il verdetto è stato emesso in tarda serata di ieri dal Tribunale Collegiale di Benevento, presieduto dalla Dott.ssa Rinaldi, con la Dott.ssa Monaco come giudice a latere, ponendo fine a un processo che ha richiesto ben ventitré sessioni dibattimentali e l’ascolto di numerose testimonianze.

Le gravi imputazioni, mosse dalla Procura di Benevento, includevano violenza sessuale in forma aggravata, condotte persecutorie (stalking) e gravi intimidazioni. Le vicende contestate all’uomo, un operaio, sarebbero iniziate nel giugno del 2016 e avrebbero avuto come presunta vittima la sua ex compagna, più giovane di lui di quindici anni e madre delle sue tre figlie.

Secondo la ricostruzione accusatoria, Buonanno non si sarebbe rassegnato alla fine della loro relazione. Nel giugno 2016, avrebbe condotto la donna nella sua residenza rurale a Montesarchio con la scusa di chiarire i loro rapporti; lì si sarebbe consumata l’aggressione sessuale, stando alle dettagliate dichiarazioni rese dalla presunta vittima.

Numerosi erano anche gli episodi di stalking asseritamente compiuti dall’imputato, sia attraverso messaggi telefonici che tramite pedinamenti. In una circostanza specifica, Buonanno sarebbe riuscito a introdursi nell’abitazione della donna sfruttando la sua assenza e forzando l’accesso. Al rientro della ex partner, l’uomo si sarebbe fatto trovare nascosto dietro la porta del bagno, munito di guanti in lattice e una corda, con l’intento di legarla al collo. La donna, tuttavia, sarebbe riuscita a scappare e a mettersi in salvo.

In un altro episodio, sempre secondo le deposizioni della persona offesa, Buonanno sarebbe riuscito nuovamente a entrare nella casa della ex, approfittando della sua assenza e della sua profonda conoscenza delle abitudini della donna. Avrebbe messo a soqquadro l’intero appartamento e sparso del liquido infiammabile (presumibilmente benzina) sul pavimento, lasciando poi su un tavolo una bottiglia di plastica contenente altra benzina. Al suo rientro, la donna chiamò immediatamente i Carabinieri, i quali, giunti sul posto, constatarono lo stato dell’abitazione e rinvennero a terra un verbale di sequestro di un veicolo intestato a Buonanno, elevato pochi giorni prima. L’uomo stesso fu intercettato dai Carabinieri poco dopo, a bordo di un’altra vettura parcheggiata nei pressi dell’ingresso del palazzo della donna.

A Michele Buonanno era stato contestato, inoltre, anche un tentativo di aggressione sessuale risalente al 2014, sempre ai danni della stessa ex compagna. In quel frangente, la donna, approfittando di un momento di distrazione dell’uomo, era riuscita a contattare i Carabinieri, denunciando l’accaduto. I militari, intervenuti tempestivamente, la trovarono con una maglietta strappata e in evidente stato confusionale, mentre di Buonanno non vi era alcuna traccia.

L’Avv. Rolando Iorio, difensore di fiducia di Buonanno, ha sempre sostenuto l’infondatezza delle accuse e la loro carenza di riscontri oggettivi. Con una meticolosa attività difensiva, il legale ha smontato l’intera impalcatura accusatoria, portando alla sentenza di proscioglimento. Buonanno, un individuo con precedenti penali che includevano anche una condanna per tentato omicidio, aveva sempre proclamato la sua innocenza rispetto ai fatti contestati, nonostante fosse stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a seguito delle denunce.

La pubblica accusa aveva richiesto una pena detentiva di sei anni per il sessantaquattrenne. Tuttavia, il verdetto assolutorio ha dissipato ogni dubbio, accogliendo in pieno la linea difensiva presentata dall’Avv. Iorio, che in una appassionata arringa aveva ripercorso tutti i punti cruciali del processo instaurato contro il suo assistito.