Il Destino del Landolfi di Solofra: Quando la Salute Cede il Passo al Profitto

Il Destino del Landolfi di Solofra: Quando la Salute Cede il Passo al Profitto

La triste realtà conferma le nostre previsioni sul futuro dell’Ospedale Landolfi di Solofra; da tempo immemorabile, avevamo espresso profonda inquietudine per il destino di questa cruciale struttura sanitaria.

Il 20 maggio scorso, avevamo già reso pubblico un’analisi dettagliata, che delineava con precisione i percorsi amministrativi intrapresi. Il nostro timore, allora, era che le decisioni imminenti non sarebbero state in linea con le dichiarazioni e gli impegni formali.

Tale preoccupazione si è concretizzata con la pubblicazione, il 24 maggio 2021, della delibera regionale n. 201 sul BURC. Questo atto, tra le altre disposizioni, sancisce la soppressione del pronto soccorso, decretando un inaccettabile e drastico ridimensionamento dell’intera struttura. Le ricadute saranno gravissime e colpiranno direttamente la comunità, residenti nei comuni di Montoro, Solofra e Serino, così come l’intero territorio delle Valli del Sabato e dell’Irno, oltre a generare pesanti conseguenze per il personale ospedaliero.

La piena responsabilità di questa decisione è squisitamente politica e ricade interamente sul Presidente della Regione De Luca. Egli, insieme alla sua maggioranza, ha agito con il palese assenso dei consiglieri regionali irpini Enzo Alaia (Italia Viva) e Maurizio Petracca (Partito Democratico), e con il tacito consenso di alcuni consiglieri comunali di Montoro. Sono loro i veri architetti di questo atto di prevaricazione nei confronti del diritto alla salute.

È particolarmente deplorevole constatare come, in periodo di campagna elettorale, gli stessi soggetti – pur essendo a conoscenza delle reali intenzioni future – abbiano cinicamente promesso di tutelare il presidio ospedaliero, unicamente per fini elettoralistici. Oggi, si rivelano per ciò che sono: fedeli esponenti di quella corrente politica che, da decenni, si adopera sistematicamente per lo smantellamento della sanità pubblica, favorendo inequivocabilmente gli interessi del settore privato.

Le loro dichiarazioni di intenti non ci illudono affatto. Dietro il velo del termine “efficientamento” si cela una cruda logica aziendalista, che considera la salute dei cittadini non come un diritto fondamentale, ma come un mero costo passivo da comprimere o eliminare.

Questa stessa filosofia è stata tristemente applicata in passato, quando si decise di procedere allo smantellamento dell’ospedale di Bisaccia. I fatti, in quel caso, parlano chiaro: quella struttura è oggi una scatola vuota, persino dotata di una pista di atterraggio completamente inservibile, lasciando un’intera comunità priva di un servizio sanitario indispensabile.

La recente crisi pandemica non ha evidentemente insegnato nulla ai decisori. Di fronte all’imperativo del profitto, il valore della vita umana sembra svanire. L’unico obiettivo percepibile è la trasformazione di un diritto costituzionalmente garantito in una mera merce, spesso oggetto di scambi clientelari e, in non pochi casi, persino di lucrosi affari per la criminalità organizzata.

Rifondazione Comunista non intende arretrare di un solo passo. È imperativo smascherare i veri responsabili di questa operazione e impedire che il territorio provinciale sia privato dell’ennesimo presidio sanitario vitale e di preziosi posti di lavoro.
Tony Della Pia – Segretario Provinciale