Il Silenzio della Disperazione: Luca, 25 Anni, si Spegne a Poggioreale
Un profondo turbamento e un senso di colpa hanno segnato la mattinata dei garanti dei detenuti, Samuele Ciambriello e Pietro Ioia, mentre si recavano al padiglione Salerno del carcere di Poggioreale. Lì, il venticinquenne Luca E., originario di Pollena Trocchia, nel napoletano, si è tragicamente tolto la vita. Giunto nell’istituto penitenziario già a marzo, era detenuto con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni. Solo la domenica precedente, Luca aveva partecipato alla messa e avuto un colloquio con il cappellano, un dettaglio che rende il suo gesto ancora più lacerante.
All’uscita dal carcere, con l’animo scosso, i due garanti hanno espresso una forte riflessione: “Il dolore, al pari della morte, rappresenta una severa lezione esistenziale. Comprendono questo anche i decisori politici, che troppo spesso concepiscono la prigione unicamente come un luogo di mera detenzione, ignorando il suo potenziale rieducativo?” ha interrogato Ciambriello, garante campano dei detenuti, affiancato da Pietro Ioia, garante napoletano.
Hanno poi sottolineato l’importanza di un approccio più olistico: “Quando emergono accuse di maltrattamenti, è fondamentale non sottovalutare la possibilità che tali comportamenti, come ipotizzato nel caso di Luca, possano scaturire da disturbi psichici o problematiche legate alla tossicodipendenza. Un’indagine tempestiva sulla capacità di intendere e di volere del soggetto è cruciale per prevenire la carcerazione. Ma se la detenzione diviene l’unica via, è indispensabile agire con maggiore impegno. Le carceri necessitano di un incremento di professionisti del sociale, figure capaci di ascoltare, comprendere, supportare e, in ultima analisi, contribuire a una vera riabilitazione.”
Il percorso di Luca all’interno del sistema penitenziario era iniziato il 7 marzo, data del suo ingresso a Poggioreale. Prima di stabilirsi definitivamente nel padiglione Salerno il 19 aprile, aveva transitato per le sezioni Firenze e Roma, quest’ultima specificamente dedicata ai detenuti con problemi di tossicodipendenza.
Ciambriello ha poi evidenziato la drammatica escalation di queste tragedie: “Dall’inizio dell’anno, il decesso di Luca segna il terzo suicidio nelle prigioni campane, dopo quelli registrati a Santa Maria Capua Vetere e Avellino. A questi si aggiunge la scomparsa di un adolescente in una comunità residenziale nel casertano.” Le cifre nazionali sono altrettanto allarmanti, con 22 suicidi complessivi registrati nelle carceri italiane da gennaio. “Stiamo parlando di individui che, all’interno di queste mura, avrebbero dovuto beneficiare di un percorso rieducativo,” ha concluso Ciambriello, lanciando un appello collettivo: “È un imperativo etico per tutti noi adoperarci affinché la speranza possa germogliare, come ‘fili d’erba tra i sassi delle carceri’.”
