Un nuovo battito invisibile a Benevento: il Fatebenefratelli impianta il primo pacemaker bicamerale intracardiaco senza fili
L’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento ha scritto una pagina importante nella storia medica regionale, realizzando il primo impianto nel Sannio, e uno dei primi in Campania, di un innovativo pacemaker bicamerale privo di fili (leadless). Questo dispositivo d’avanguardia, una microcapsula delle dimensioni di una moneta, inaugura una nuova frontiera nella cardiostimolazione. La sua capacità di monitorare e sincronizzarsi con il ritmo cardiaco lo rende accessibile a una vasta platea di pazienti, alleviando la fatica e sostenendoli nelle loro attività quotidiane, persino le più impegnative, senza imporre restrizioni.
L’operazione è stata condotta dall’affiatata squadra di cardiostimolazione ed elettrofisiologia dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia del medesimo ospedale, che si conferma così un polo di eccellenza nel panorama sanitario italiano. La caratteristica più rilevante di questa tecnologia all’avanguardia è la sua “invisibilità”: essendo interamente intracardiaco, non richiede incisioni chirurgiche. Viene introdotto nel cuore tramite una semplice puntura e si fissa saldamente alla cavità ventricolare grazie a minuscole ancorette metalliche.
Una volta posizionato, è in grado di fornire la stimolazione cardiaca ogni volta che si renda indispensabile, scongiurando così i rallentamenti dell’attività cardiaca che possono sfociare in eventi gravi come cadute improvvise, svenimenti (sincopi) o, nel peggiore dei casi, l’arresto cardiaco fatale. Grazie a complessi algoritmi, assicura una perfetta sincronia atrio-ventricolare, emulando la funzionalità dei pacemaker convenzionali impiantati nella regione pettorale, ma con l’ulteriore beneficio di un rischio di infezione quasi nullo.
Un altro vantaggio significativo riguarda i tempi di recupero post-operatori, notevolmente abbreviati: già la mattina dopo l’intervento, il paziente può riprendere a camminare e muovere gli arti superiori senza impedimenti. Questo contrasta con i pacemaker tradizionali, che impongono alcuni giorni di cautela per la guarigione della ferita e il cui ingombro sottocutaneo può causare disagio, specialmente per sportivi o lavoratori che svolgono mansioni fisiche pesanti.
