Giustizia e Verità per Carminuccio Polvere: Il Via Libera al Processo Dopo Anni
Dopo oltre due anni e mezzo dal tragico evento, la famiglia di Carminuccio Tuccino Polvere, il 56enne agricoltore di Pesco Sannita, si appresta finalmente a vedere l’inizio del procedimento giudiziario. L’uomo perse la vita il 2 gennaio 2019 sulla Statale 372, nei pressi di Benevento, vittima di un sinistro stradale che le indagini hanno definito evitabile.
A conclusione della fase istruttoria, il dott. Francesco Sansobrino, Sostituto Procuratore della Repubblica di Benevento, titolare del fascicolo per omicidio stradale, ha avanzato la richiesta di deferimento in giudizio per due conducenti: M. R. D. C., sessantenne di San Lorenzello (Bn), e L. M., 58enne camionista di Maddaloni (Ce). Secondo l’accusa, i due avrebbero agito “in cooperazione colposa tra loro, con negligenza, imprudenza e imperizia, nonché in violazione delle norme che disciplinano la circolazione stradale (ex art. 141 commi 1 e 2 del Codice della Strada)”, cagionando la morte della vittima e gravi lesioni alla madre che viaggiava con lui, oggi settantottenne, la quale subì a sua volta ferite significative.
Quel mattino, il sig. Polvere era diretto al mercato di Benevento per vendere i prodotti della sua azienda agricola a conduzione familiare, che gestiva insieme ai genitori a Pesco Sannita. A bordo del suo Fiat Doblò, con la madre, stava percorrendo la SS 372 in direzione del raccordo con l’A16 quando, all’altezza del km 68+749, fu coinvolto in un lieve tamponamento con una Fiat Punto condotta da M. C. C., 46 anni, di Alife (Ce). Sebbene inizialmente indagata per una “fermata non regolare”, la posizione di quest’ultima automobilista è stata successivamente ritenuta marginale o irrilevante rispetto agli eventi successivi.
Dopo il primo urto, Polvere accostò il suo veicolo quanto più possibile sul margine destro della carreggiata, vicino al canale di scolo, e scese per scambiare i dati e compilare la constatazione amichevole. Fu in quel momento che sopraggiunse il Daihatsu Therios guidato da M. R. D. C. La Procura contesta che, dopo aver completato un sorpasso e rientrata sulla corsia di destra, la conducente non avesse moderato la velocità in base alle condizioni della strada (che presentava umidità per brina notturna e sale sparso), perdendo il controllo del veicolo e non riuscendo a compiere le manovre di sicurezza, inclusa la frenata tempestiva. Ciò avvenne, si legge nella richiesta, senza avvedersi del Doblò di Polvere, nonostante la visibilità fosse ottimale e il tratto rettilineo permettesse un avvistamento con congruo anticipo, come attestato dalla perizia cinematica affidata all’ing. Alfredo Carbonelli.
L’impatto fu violento: il SUV urtò la parte posteriore del Doblò fermo, scatenando il dramma. Mentre il fuoristrada si ribaltava al centro della strada, Polvere e sua madre, che si trovavano davanti al loro veicolo, furono sbalzati nel canale di scolo. È probabile che il cinquantaseienne avrebbe potuto sopravvivere al primo impatto, analogamente a sua madre, sebbene lei sia rimasta per giorni in prognosi riservata e con traumi gravi, tra cui una frattura del bacino. La sfortunata vittima ebbe però l’ulteriore tragica sorte di essere colpita una seconda e fatale volta. Mentre tentava di risalire a carponi dal fossato per tornare sulla banchina stradale, fu travolto dall’autoarticolato Iveco Stralis, condotto da L. M., che procedeva nella stessa direzione. L’impatto, avvenuto con l’angolo anteriore destro del mezzo pesante, fu devastante e causò la morte istantanea di Polvere per gravissime lesioni cranio-encefaliche da politrauma.
Anche all’autotrasportatore viene imputato di aver superato il limite di velocità di 80 km/h, di non aver adeguato l’andatura alle condizioni del manto stradale e di non aver mantenuto il controllo del veicolo per poter effettuare le necessarie manovre di sicurezza. Le accuse sottolineano come le condizioni di guida fossero ottimali e avrebbero dovuto permettere all’autista di avvistare “ostacoli o ingombri prevedibili” con largo anticipo.
I familiari del defunto, tramite il consulente legale Luigi Cisonna, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini. Sebbene il capitolo risarcitorio sia già stato chiuso per i loro assistiti, la famiglia attende ora con ansia una risposta chiara e definitiva dalla giustizia penale.
Il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Benevento, dott.ssa Loredana Camerlengo, accogliendo l’istanza della Procura, ha fissato l’udienza preliminare per il 12 gennaio 2022, alle ore 10.30, presso il Palazzo di Giustizia locale. Un momento cruciale per i congiunti di Polvere, che da questo procedimento si aspettano giustizia e un’accertamento definitivo della verità.
