Proprietario di Bar Sottoposto ad Arresti Domiciliari per Violenza Sessuale Aggravata su Dipendente
A Benevento, in seguito a un’approfondita inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica locale, la Squadra Mobile della Questura ha eseguito nel pomeriggio odierno un’ordinanza di custodia cautelare, che ha disposto gli arresti domiciliari. Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari, riguarda Giuseppe Colangelo, 55 anni, originario di Torrecuso e gestore di un bar nel cuore della città, il quale è ritenuto seriamente indiziato del reato di “violenza sessuale aggravata” ai danni di una sua dipendente.
L’indagine ha preso il via dopo la denuncia sporta da una giovane donna, poco più che ventenne. La vittima ha riferito che la mattina del 4 maggio, mentre si trovava in servizio presso il bar – dove era stata assunta “in nero” – il suo datore di lavoro, l’odierno arrestato, l’avrebbe raggiunta nella cucina del locale. Qui, secondo il suo resoconto, l’aggressore l’avrebbe spinta e immobilizzata contro una lavastoviglie, bloccandole entrambe le braccia e costringendola a subire atti di violenza sessuale.
I fatti narrati dalla vittima, durante le fasi iniziali dell’accertamento, hanno trovato immediato e puntuale riscontro sia nelle testimonianze che nel materiale documentale raccolto tempestivamente. Gli investigatori della Squadra Mobile hanno condotto indagini di polizia giudiziaria meticolose e complesse, avvalendosi anche di accertamenti di natura tecnica. Questi hanno consentito una precisa ricostruzione degli eventi. In particolare, l’analisi dei filmati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza, effettuata dalla Squadra Mobile in collaborazione con la Polizia Scientifica, ha permesso di delineare con esattezza la sequenza fattuale, confermando integralmente quanto denunciato dalla ragazza.
La decisione di adottare la misura cautelare degli arresti domiciliari è stata ritenuta indispensabile. Oltre alla gravità intrinseca dei fatti e alla consistenza del quadro indiziario, è stata valutata l’esistenza di un pericolo concreto e attuale che l’indagato possa commettere nuovi reati della medesima natura. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha infatti rilevato una presunta tendenza dell’indagato a sfruttare il contesto lavorativo per soddisfare i propri istinti sessuali, agendo contro la volontà delle vittime.
