L’Impronta Profonda della Pandemia: Stress e Isolamento Rimodellano lo Sviluppo Psico-Fisico dei Minori

L’Impronta Profonda della Pandemia: Stress e Isolamento Rimodellano lo Sviluppo Psico-Fisico dei Minori

La pandemia di Covid-19 ha lasciato un’impronta significativa sul benessere mentale dei più giovani, manifestandosi attraverso disagi come disturbi d’ansia, alterazioni del ciclo sonno-veglia, un’accresciuta irritabilità e fenomeni di regressione comportamentale. A livello globale, quasi la totalità dei bambini e adolescenti (il 99%) ha vissuto restrizioni alla propria libertà di movimento, inclusa l’interruzione della didattica in presenza. Parallelamente, il 60% di essi risiede in nazioni che hanno implementato lockdown, siano essi totali o parziali. Questi impatti negativi possono essere mitigati e persino prevenuti se genitori e pediatri agiscono tempestivamente, impedendo che lo stress si trasformi in una condizione deleteria e duratura.

Un’analisi dettagliata condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha esaminato numerose ricerche sull’argomento. Tali studi convergono nell’indicare come l’esposizione prolungata a elevati livelli di stress e l’isolamento sociale possano compromettere lo sviluppo psicofisico dei minori, con ripercussioni potenzialmente a lungo termine. Questa vulnerabilità è particolarmente accentuata nei contesti di deprivazione economica, sociale ed educativa.

Un’indagine condotta dall’Università di Harvard tra marzo e aprile scorsi, su un campione di 3.453 partecipanti – con il contributo italiano dell’Ospedale Pediatrico Gaslini e dell’Università di Genova – ha rivelato dati preoccupanti per le famiglie italiane con figli minorenni. È emerso che il 65% dei bambini sotto i sei anni e il 71% di quelli tra i sei e i diciotto anni hanno manifestato problemi comportamentali e segnali di regressione. Nello specifico, per la fascia d’età inferiore ai sei anni, i disturbi più comuni includevano un marcato aumento dell’irritabilità, difficoltà nel riposo e manifestazioni ansiose (come irrequietezza o ansia da separazione). Per i ragazzi tra i sei e i diciotto anni, le problematiche prevalenti sono state disturbi d’ansia, sensazione di dispnea (mancanza d’aria) e alterazioni del sonno.

Un’ulteriore ricerca, svolta dal Dipartimento di Scienze Formative, Psicologiche e della Comunicazione dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli su 300 studenti, ha evidenziato come, dopo oltre un anno di crisi sanitaria legata al Coronavirus, gli adolescenti abbiano sofferto principalmente di ansia, depressione, squilibri nei ritmi circadiani del sonno e modifiche nella quantità e nella qualità del loro regime alimentare.

In questo scenario, l’atteggiamento protettivo e di sostegno dei genitori si rivela cruciale per aiutare i figli a gestire e modulare le proprie reazioni emotive allo stress. Per tale ragione, l’Istituto Superiore di Sanità sottolinea l’importanza di rafforzare il ruolo non solo dei genitori, ma anche degli insegnanti. È fondamentale, inoltre, integrare l’intervento di professionisti della salute operanti a livello territoriale – in ambiti quali pediatria, psicologia e neuropsichiatria – promuovendo una stretta collaborazione con le istituzioni scolastiche.