Operazione “Ghost Debt”: Smantellata Rete di Truffatori Seriali, 18 Arresti per Frode e Riciclaggio
Le Fiamme Gialle del Gruppo di Monza hanno inferto un duro colpo a un’organizzazione criminale, eseguendo questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Monza. Diciotto individui sono stati raggiunti dal provvedimento: per otto è stato disposto il carcere, mentre per i restanti dieci sono stati stabiliti gli arresti domiciliari. Questi soggetti, residenti tra la Brianza e la provincia di Milano, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento illecito di capitali.
L’inchiesta ha preso le mosse da una segnalazione di truffa presentata nel novembre 2015 al comando della Guardia di Finanza di Ivrea (TO). La vittima, un uomo di sessantasette anni, era stata persuasa da un finto avvocato, attraverso una serie di pressanti telefonate, a versare circa 8.000 euro tramite bonifico per saldare presunti debiti relativi ad abbonamenti a riviste, rivelatisi inesistenti.
Dopo i primi accertamenti condotti dai Finanzieri piemontesi, in collaborazione con i colleghi monzesi, si è scoperto che i centri operativi della banda erano attivi da tempo nelle località di Brugherio (MB) e Cologno Monzese (MI). Il fascicolo è stato quindi trasferito dalla Procura di Ivrea a quella di Monza, che ha affidato le successive indagini al Gruppo locale della Guardia di Finanza.
Il Nucleo Mobile delle Fiamme Gialle di Monza ha proseguito le investigazioni, avvalendosi di intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione e pedinamento, e approfondite analisi finanziarie. Tale attività ha permesso di svelare l’esistenza di un’articolata organizzazione criminale dedita alla commissione sistematica di frodi ai danni di persone che in passato avevano sottoscritto abbonamenti a pubblicazioni apparentemente collegate alle Forze dell’ordine.
I membri del gruppo, fingendosi avvocati, magistrati, ufficiali giudiziari, funzionari dell’Agenzia delle Entrate o appartenenti alla Guardia di Finanza, contattavano telefonicamente in tutta Italia gli ex abbonati. A questi veniva comunicata l’esistenza di debiti fasulli, presumibilmente derivanti dai vecchi abbonamenti, e la presunta emissione di atti di pignoramento a loro carico. Proponendo poi una “conciliazione bonaria” dietro pagamento di diverse migliaia di euro tramite bonifico, i malviventi minacciavano l’avvio di procedure di recupero forzoso del credito in caso di mancata adesione.
Un caso particolarmente eclatante riguarda una donna ultraottantenne residente a Milano, indotta a versare ai truffatori circa 150.000 euro nell’arco di un anno. Gli elenchi telefonici delle vittime, per lo più anziane e talvolta con disabilità, venivano acquisiti illegalmente da dipendenti di aziende operanti nel settore editoriale e della distribuzione di riviste.
Le somme richieste dai criminali “telefonisti” venivano trasferite dalle vittime su conti correnti e carte prepagate, intestate ad altri sodali dell’associazione o a “teste di legno”. I codici IBAN erano forniti durante le chiamate. Il denaro, frutto delle frodi, veniva prelevato quotidianamente presso sportelli bancari e postali dagli intestatari delle carte prepagate, spesso accompagnati da altri membri dell’organizzazione che detenevano materialmente i PIN.
A due dei principali promotori del sistema criminale è stata contestata anche l’accusa di autoriciclaggio: avevano infatti utilizzato 225.000 euro dei proventi illeciti per acquistare un immobile intestato a una società da loro gestita. Secondo la ricostruzione dei flussi finanziari effettuata dai Finanzieri, i guadagni illeciti complessivamente accumulati dall’associazione tra il 2015 e il 2016 ammontano a circa 2 milioni di euro. Le prove raccolte dalla Guardia di Finanza, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Monza, hanno portato all’emissione delle suddette misure cautelari.
