Reddito minorenni 2026: finalmente arriva la legge che cambia la vita alle famiglie italiane | 800€ al mese da subito

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Si estende nel 2026 il congedo parentale - pexels - retesei

Negli ultimi giorni si è parlato molto di una novità che riguarda le famiglie italiane: reddito minorenni dal prossimo anno.

Lo Stato permette di chiedere un congedo parentale fino ai 14 anni di età dei figli, con una retribuzione garantita. È una misura che segna un passo importante verso una maggiore attenzione alla vita familiare e alla conciliazione tra lavoro e cura dei figli.

Fino a poco tempo fa, i genitori potevano usufruire di congedi e permessi solo fino a quando i figli avevano otto o, in alcuni casi, dieci anni. Adesso invece il limite si estende fino ai quattordici, un cambiamento che riconosce quanto anche la fase della preadolescenza sia delicata e richieda presenza e sostegno da parte dei genitori. È un modo per dire che prendersi cura dei figli non finisce con l’infanzia, ma continua anche negli anni successivi, quando le esigenze diventano diverse ma altrettanto impegnative.

La nuova norma consente ai genitori di chiedere giorni di assenza dal lavoro, o di usufruire del congedo parentale, anche quando i figli sono ormai alle scuole medie. In particolare, i giorni di assenza giustificata per malattia del figlio passano da cinque a dieci all’anno per i bambini e ragazzi tra i tre e i quattordici anni. È un cambiamento piccolo sulla carta, ma che può fare una grande differenza nella vita quotidiana di molte famiglie, soprattutto quando i figli si ammalano e serve qualcuno che resti con loro a casa.

Dal punto di vista economico, la retribuzione durante il congedo resta parziale, ma più generosa rispetto al passato. Nei periodi standard, i lavoratori percepiscono il 30% della retribuzione media, ma nei primi tre mesi la percentuale sale all’80%. In questo modo lo Stato riconosce l’importanza di un sostegno concreto, almeno nei momenti più delicati. Il congedo complessivo rimane di dieci mesi totali per entrambi i genitori, ma se il padre ne utilizza almeno tre, la durata si allunga di un mese aggiuntivo. Un modo, questo, per incentivare anche gli uomini a partecipare attivamente alla cura dei figli.

Come seguire i figli se si lavora?

L’introduzione di questa misura nasce dall’esigenza di adattare il mondo del lavoro alla realtà attuale delle famiglie. Oggi i genitori si trovano spesso a dover gestire orari rigidi, spostamenti, scuola, sport, compiti e imprevisti. I figli fino ai quattordici anni non sono più bambini piccoli, ma nemmeno autonomi: hanno bisogno di una presenza costante, di qualcuno che li accompagni nella crescita, nelle scelte e nelle difficoltà.

Certo, la legge non è perfetta. Il congedo retribuito al 30% non è sostenibile per tutti, e molti genitori continueranno a rinunciare per motivi economici. Inoltre, la misura entrerà in vigore pienamente solo nel 2026, quindi ci sarà ancora da attendere prima di poterne usufruire. Anche l’applicazione concreta dovrà essere valutata: non tutti i luoghi di lavoro offrono la stessa flessibilità e non sempre le aziende riescono a organizzarsi facilmente in caso di assenze prolungate.

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Una nuova legge che fa tirare un sospiro di sollievo – pexels – retesei

Un grosso passo in avanti

Nonostante questi limiti, la novità rappresenta un passo avanti. È il riconoscimento che crescere un figlio è un impegno lungo, che dura ben oltre i primi anni di vita, e che lo Stato deve farsi carico di sostenere i genitori in questo percorso.

Per molte famiglie, sapere di poter contare su qualche giorno in più, su una maggiore serenità e su una maggiore comprensione del proprio ruolo, può davvero fare la differenza. In fondo, investire nel tempo dei genitori significa investire anche nel futuro dei figli e, di conseguenza, nel futuro del Paese.