“Ha confessato”, l’amico di Sempio non ha più retto: ha raccontato tutto di quello che è successo | Non poteva più nascondersi

“Ha confessato”, l’amico di Sempio non ha più retto: ha raccontato tutto di quello che è successo | Non poteva più nascondersi

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Una rivelazione inaspettata riapre un capitolo chiuso troppo in fretta: uno degli amici più stretti di Andrea Sempio avrebbe ammesso dettagli finora sconosciuti sul Chiara Poggi-case a Garlasco, scatenando nuovi interrogativi sulle dinamiche del delitto e sull’alibi che sembrava inattaccabile.

Dopo anni di indagini che hanno visto alternarsi archiviazioni, archivi e nuovi filoni investigativi, spunta adesso una testimonianza che potrebbe segnare una svolta. L’amico – il cui nome non è ancora stato ufficialmente comunicato – avrebbe deciso di parlare spontaneamente, fornendo una descrizione completa delle ore precedenti e successive all’omicidio di Chiara. Le sue dichiarazioni, secondo fonti investigative, non riguardano solamente il “dove” si trovava Sempio, ma anche il “quando” e il “come” dei suoi spostamenti, elementi che fino ad oggi erano stati trattati solo in astratto.

Il punto di svolta riguarda in particolare uno scontrino di parcheggio presentato da Sempio come alibi: secondo il nuovo racconto dell’amico, quella ricevuta non corrisponderebbe con il tempo dichiarato, né con i tabulati telefonici che emergono oggi con forza. Questa discrepanza, combinata con la testimonianza resa, sembra mettere in discussione una colonna portante della difesa di Sempio e alimenta nuovi sospetti su ciò che accadde il 13 agosto 2007.

Cosa cambia nell’inchiesta dopo la dichiarazione-bomb

Le indagini sul delitto di Garlasco non hanno mai trovato una verità definitiva, e la condanna in via definitiva a Alberto Stasi risale ormai a molti anni fa. Allo stesso tempo, la posizione di Andrea Sempio è tornata al centro dell’attenzione dopo il rinvenimento di tracce DNA attribuite a lui e ulteriori approfondimenti sui tabulati telefonici. L’amico che ha parlato avrebbe confermato la presenza di Sempio in luoghi e orari che possono sovrapporsi al crimine, e che risultano diversi rispetto a quanto sostenuto in precedenza.

Nonostante le dichiarazioni del difensore di Sempio che hanno ribadito la totale estraneità del loro assistito, gli investigatori sembrano convinti che le nuove emergenze possano dare corpo a una riapertura più ampia dell’istruttoria. A complicare il quadro c’è anche il fatto che l’amico avrebbe raccontato paure e silenzi che avrebbero preceduto la decisione di parlare: «Non ce la facevo più», avrebbe detto, segnalando un crescendo di pressioni e reticenze nel gruppo.

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Le implicazioni e i prossimi passi attesi

La testimonianza resa dall’amico di Sempio non costituisce ancora una confessione formale, ma assume un peso rilevante per l’inchiesta. Se confermata da riscontri oggettivi — come i tabulati, le celle telefoniche, gli spostamenti documentati e l’analisi forense sull’impronta 33 — potrebbe aprire un nuovo corso investigativo. Gli inquirenti valuteranno la credibilità della dichiarazione e cercheranno nessi con gli altri elementi raccolti negli anni.

Per la famiglia Poggi, che da anni attende risposte, ogni novità suona come un possibile punto di svolta. Per Sempio, invece, la pressione sale: ogni omissione o silenzio rischia di essere rivisitata alla luce della nuova testimonianza. Il passo successivo sarà l’interrogatorio formale dell’amico e la valutazione della sua versione sotto giuramento. Nel complesso, il giallo di Garlasco non è ancora chiuso. E questa volta, qualcuno ha deciso di parlare.