ULTIM’ORA Garlasco, le prove chiave sono scomparse dalla casa Poggi | Le hanno nascoste per 18 anni e adesso devono risponderne: loro sanno tutto
garlasco-impronta-sempio-chiara-poggi-retesei_1280
Colpo di scena nel caso Garlasco: a diciotto anni dal delitto di Chiara Poggi, riemerge un giallo nel giallo. Alcune prove considerate fondamentali per le indagini sarebbero sparite dagli archivi e ora si indaga su chi le abbia fatte scomparire.
Il delitto di Garlasco, avvenuto nell’agosto del 2007, torna al centro delle cronache con una rivelazione che potrebbe cambiare la percezione di uno dei casi più discussi della giustizia italiana. Secondo nuove indiscrezioni emerse nelle ultime ore, alcuni reperti prelevati dalla casa di Chiara Poggi non risulterebbero più disponibili. Si tratterebbe di tracce biologiche e campioni di laboratorio analizzati durante le prime fasi dell’inchiesta, materiali che avrebbero potuto essere sottoposti a ulteriori esami con le moderne tecniche genetiche.
La scoperta ha provocato un terremoto giudiziario e mediatico. Le verifiche avviate da tempo per la revisione del processo a carico di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima condannato in via definitiva nel 2015, hanno infatti portato alla luce l’assenza di questi reperti. Gli inquirenti stanno cercando di capire se la sparizione sia dovuta a un errore di archiviazione o a un intervento deliberato. Nel frattempo, è stato disposto un controllo completo sulla catena di custodia dei materiali raccolti all’epoca del delitto.
Indagini sulla scomparsa e sospetti sulle vecchie archiviazioni
Le autorità competenti stanno verificando il percorso seguito dai reperti, dal sequestro nella villetta di via Pascoli fino ai laboratori di analisi e agli archivi giudiziari. Ogni spostamento, ogni firma e ogni documento di trasferimento viene oggi riesaminato con attenzione. Gli esperti forensi chiamati a collaborare spiegano che la perdita di materiali probatori compromette la possibilità di nuove perizie decisive, in un momento in cui la tecnologia avrebbe potuto fornire risultati più precisi di quanto fosse possibile nel 2007.
Secondo alcune fonti investigative, la scomparsa potrebbe risalire a diversi anni fa, ma solo adesso se ne sarebbe avuta conferma ufficiale. Il timore è che quei reperti contenessero indizi mai del tutto chiariti, come microtracce di DNA o impronte parziali. Il Ministero della Giustizia segue da vicino la vicenda, che potrebbe portare all’apertura di un’indagine amministrativa interna per stabilire eventuali responsabilità tra gli operatori coinvolti nella conservazione dei materiali.

Un mistero che riapre ferite e dubbi
Il caso Garlasco continua a dividere l’opinione pubblica e a far discutere esperti e cittadini. La notizia delle prove scomparse ha riacceso le polemiche sull’efficienza del sistema di conservazione dei reperti giudiziari in Italia e sulla possibilità che errori o negligenze abbiano condizionato la ricerca della verità. Chiara Poggi, trovata senza vita nella sua abitazione, resta il simbolo di una giustizia complessa, fatta di indagini, ripensamenti e sentenze che ancora oggi suscitano domande.
La famiglia Poggi, pur mantenendo il silenzio, segue con attenzione gli sviluppi, mentre i legali di Stasi potrebbero chiedere ulteriori verifiche per valutare se la mancanza dei reperti possa incidere su una possibile revisione del processo. A diciotto anni di distanza, la sensazione è che il mistero non sia ancora del tutto risolto. Le nuove indagini sulle prove scomparse potrebbero finalmente far luce su ciò che accadde davvero in quella casa di Garlasco, o aprire un nuovo capitolo di ombre e interrogativi in una vicenda che sembra non trovare mai pace.
