Bollette addio, presenta il tue ISEE e smetti di pagarle: adesso la fornitura arriva dallo Stato | il libero mercato non ti salva più

Bollette addio, presenta il tue ISEE e smetti di pagarle: adesso la fornitura arriva dallo Stato | il libero mercato non ti salva più

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Una proposta nella prossima manovra potrebbe rivoluzionare il sistema energetico: lo Stato diventerebbe fornitore diretto di luce per le famiglie con ISEE basso, garantendo tariffe più leggere e una nuova forma di tutela pubblica.

Il dibattito sulle bollette è tornato al centro dell’attenzione politica. Dopo anni di aumenti e instabilità, il Partito Democratico ha proposto un emendamento che punta a riscrivere le regole del mercato elettrico, introducendo un modello in cui le famiglie con reddito più basso potrebbero scegliere di ricevere energia direttamente da una società pubblica. Una svolta che metterebbe fine alla dipendenza totale dal mercato libero, entrato in vigore per la maggior parte dei cittadini nel luglio 2025.

La misura, presentata come prioritaria nella discussione sulla Legge di Bilancio 2026, mira a creare un nuovo sistema di protezione per milioni di nuclei familiari. Il concetto è semplice: offrire una tariffa più sostenibile a chi possiede un ISEE sotto una soglia prestabilita, restituendo allo Stato il ruolo di garante dell’accessibilità energetica.

Lo Stato come fornitore diretto: cosa cambierebbe davvero

L’emendamento prevede che i cosiddetti clienti vulnerabili possano scegliere un Acquirente unico pubblico, attualmente già previsto per alcune categorie ma mai esteso in modo così ampio. Il requisito fondamentale resterebbe l’attuale definizione ministeriale di vulnerabilità, ma verrebbe aggiunto un nuovo parametro economico: un ISEE entro i 20.000 euro, che diventerebbe 30.000 per le famiglie numerose.

Se la proposta venisse approvata, molte famiglie oggi coinvolte nel mercato libero avrebbero la possibilità di tornare a un sistema in cui le tariffe non vengono stabilite dalle aziende private, ma definite nell’ambito della regolazione pubblica. L’obiettivo è creare una rete di sicurezza per chi è più esposto agli aumenti, offrendo un’alternativa concreta ai contratti a prezzo variabile o poco trasparente. Per i più fragili, il passaggio sarebbe automatico; per gli altri basterebbe presentare richiesta e un ISEE aggiornato.

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Una riforma che riapre le tutele e riscrive gli equilibri del mercato

Il mercato tutelato è terminato nel giugno 2025, portando di fatto milioni di utenti nel regime libero. Ma la proposta del PD apre un nuovo scenario: riattivare una forma di tutela graduale, con accesso esteso e condizioni più vantaggiose. Anche chi ha perso l’occasione di aderire entro i termini previsti potrebbe rientrare nel sistema fino al 31 dicembre 2025, assicurandosi una protezione valida fino al 2028.

Questo nuovo assetto non si limiterebbe a dare sollievo alle famiglie, ma influenzerebbe anche il modo in cui le imprese acquistano energia. La riforma punta a favorire contratti a lungo termine da fonti rinnovabili, così che entro il 2030 almeno il 65% dell’energia acquistata sia pulita. Si tratterebbe di una trasformazione strutturale capace di ridurre i costi in bolletta e spingere il sistema verso una maggiore sostenibilità, unendo tutela sociale ed evoluzione del mercato.