Garlasco, la difesa di Sempio esplode in diretta: il gesto dell’avvocato e lo scontro sulla nuova perizia | Litigio violento
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La consulenza sul Dna ritrovato sulle unghie di Chiara Poggi riaccende un caso fermo da anni: ora la battaglia legale entra in una fase infuocata
Il caso Garlasco torna a infiammare il dibattito pubblico. Bastano pochi secondi in diretta a Mattino 5 perché la tensione – già altissima dopo il deposito della nuova perizia sul Dna riconducibile alla linea paterna di Andrea Sempio trovato sotto le unghie di Chiara Poggi – esploda in uno studio televisivo. L’avvocato di Sempio, Cataliotti, per contestare il documento appena depositato, compie un gesto inequivocabile davanti alle telecamere: per lui quella perizia «vale zero». Un gesto talmente netto da scatenare subito lo sconcerto dei giornalisti presenti, che lo hanno richiamato al rispetto del lavoro della genetista forense Denise Albani. Ma il legale non ha fatto alcun passo indietro.
Questa scena, destinata a far discutere, arriva in un momento delicatissimo: la nuova perizia non fornisce infatti alcuna risposta definitiva sul perché, quando o in che modo il materiale genetico possa essere finito sulle mani della vittima. E il suo contenuto, come emerge dalle 90 pagine depositate alla gip Daniela Garlaschelli, rischia di generare un terremoto giudiziario ancora una volta centrato sulle zone d’ombra di un delitto che da quasi vent’anni divide l’Italia.
Perizia senza certezze: cosa c’è (e cosa non c’è) nel documento Albani
L’esperta incaricata, Denise Albani, è chiara: oggi, con le conoscenze disponibili e con i limiti delle analisi eseguite nel 2014 nel processo d’appello bis ad Alberto Stasi, non è possibile stabilire dinamiche, tempi e modalità del trasferimento del Dna. Non si può dire se si tratti di contatto diretto, contaminazione ambientale o trasferimento secondario attraverso un oggetto. Tutto, ribadisce la perita, rimane nel campo delle «suggestioni».
Le sue conclusioni aprono quindi un fronte che potrebbe diventare decisivo: il Dna c’è, è compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio, ma mancano completamente i presupposti scientifici per usarlo come prova risolutiva. È un punto che i difensori del giovane, finito nuovamente al centro della discussione dopo anni, stanno trasformando nella loro linea principale, sostenendo che un elemento tanto incerto non possa reggere il peso di una revisione della storia processuale.

Scontro totale tra periti e difese: cosa succede ora nell’inchiesta
Il gesto dell’avvocato Cataliotti non è quindi solo un colpo di teatro televisivo: è il segnale che la battaglia sulla perizia Albani sarà durissima. Le dichiarazioni fanno capire che da qui in avanti ogni parola, ogni dettaglio tecnico e ogni ricostruzione diventerà materia di scontro, mentre la procura e il gip dovranno valutare se questo nuovo tassello possa davvero aprire uno spiraglio accertativo o se resti, come scrive la perita, un elemento privo dei requisiti scientifici necessari.
La domanda che tutti si pongono è la stessa da ore: questo Dna cambierà qualcosa? Per ora la risposta ufficiale è una sola: nessuno può dirlo. La perizia non chiude nulla, non apre nulla, non indica un colpevole né un contesto. E proprio questa assenza di certezze rischia di essere l’ennesimo capitolo di un caso che continua a muoversi tra speranze di verità e la sensazione che, ancora una volta, ci sia più nebbia che luce.
Quel che è certo è che il delitto di Garlasco non ha ancora finito di far discutere il Paese. E la tensione vista in tv è probabilmente solo l’inizio della nuova fase – la più controversa degli ultimi anni.
