Irpinia senz’acqua anche d’inverno, a rete perde fino al 70% dell’acqua | Cittadini disperati chiedono aiuto
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L’Irpinia continua a fare i conti con una crisi idrica senza precedenti, tanto grave da manifestarsi persino a dicembre, quando solitamente le sorgenti garantiscono un approvvigionamento più stabile. In diversi Comuni dell’Alta Irpinia le interruzioni idriche sono diventate quotidiane e, in alcuni casi, prolungate. A pagare il prezzo più alto è Pietrastornina, dove le utenze sono rimaste senza acqua per quattro giorni consecutivi, un segnale estremo di quanto la situazione sia ormai fuori controllo. La causa principale, secondo i sindaci, è la rete gestita dall’Alto Calore, che arriva a disperdere tra il 60% e il 70% dell’acqua immessa negli impianti.
Di fronte a un’emergenza che si trascina da mesi e che le amministrazioni locali non riescono più a fronteggiare, dieci sindaci dell’area hanno annunciato un’iniziativa senza precedenti: un presidio a Montecitorio fissato per domani, mercoledì 10 dicembre. A guidare la delegazione sarà Enrico Franza, sindaco di Ariano Irpino, che in collegamento con “Buongiorno Regione” ha spiegato perché la protesta si sposta ora dal territorio alle istituzioni nazionali.
Perché i sindaci protestano: “Fallimento dei livelli amministrativi più vicini ai cittadini”
Franza non ha usato mezzi termini: “La politica nazionale deve intervenire dove gli enti territoriali hanno fallito”. Un’accusa diretta agli organismi competenti, incapaci — secondo i primi cittadini — di avviare una manutenzione straordinaria di una rete ormai obsoleta. Le perdite, che in alcuni tratti raggiungono punte insostenibili del 70%, riducono drasticamente le risorse idriche disponibili, generano continui disservizi e costringono i Comuni a gestire emergenze costanti.
Il disagio è aggravato dal fatto che la crisi si manifesta ormai anche nei mesi invernali, quando la minore richiesta e le condizioni climatiche dovrebbero garantire maggiore stabilità. Per i sindaci, questo rappresenta la prova definitiva che gli interventi tampone non sono più sufficienti e che occorre un piano strutturale, finanziato e coordinato a livello nazionale.

Una rete al collasso: disservizi quotidiani e richiesta di un intervento statale
Le amministrazioni locali denunciano da tempo la fragilità dell’infrastruttura di Alto Calore: tubature datate, perdite non riparate, guasti ripetuti e difficoltà economiche dell’ente gestore. Tutti elementi che, combinati, hanno generato un circolo vizioso in cui i Comuni rimangono privi d’acqua per ore o per intere giornate, mentre le riparazioni risultano lente e inefficaci.
Con la mobilitazione di domani, i sindaci dell’Alta Irpinia intendono portare la loro protesta nel cuore delle istituzioni chiedendo un piano straordinario per rifare la rete e garantire ai cittadini servizi essenziali ormai compromessi. L’obiettivo è ottenere l’attenzione del Governo e aprire un tavolo che affronti finalmente la questione con risorse adeguate e una governance capace di interrompere il ciclo di emergenze.
Il presidio davanti a Montecitorio rappresenta così la risposta estrema a un problema che, da locale, è diventato sistemico. I sindaci chiedono una sola cosa: che l’Irpinia non resti più senza acqua, nemmeno in pieno inverno, perché una rete che disperde fino al 70% è il segnale inequivocabile di un sistema che non può più reggere.
