Sassinoro: L’Impianto di Compostaggio Controverso Sotto la Lente di Sandra Lonardo
La senatrice di Forza Italia, Sandra Lonardo, ha presentato un’ulteriore interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, riguardo alla costruzione di un impianto destinato allo stoccaggio, trattamento e recupero di rifiuti non pericolosi per la produzione di compost. Questa iniziativa scaturisce dalle preoccupazioni sollevate dai Comitati locali, i quali hanno espresso una ferma opposizione al progetto previsto nell’area PIP di Sassinoro.
Nel suo intervento al Ministro, Lonardo ha evidenziato “numerose irregolarità amministrative, anomalie e criticità ambientali” legate al progetto, la cui autorizzazione è stata rilasciata dalla Regione Campania tramite decreto dirigenziale n. 5 dell’8 marzo 2018.
La senatrice ha sottolineato come la struttura sia prevista in una zona ad elevata sismicità e all’interno di un corridoio ecologico riconosciuto come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Il sito dista meno di 300 metri dal fiume Tammaro, in un’area densa di corsi d’acqua che alimentano imprese di acquacoltura certificate a livello europeo e con vocazione alimentare, le quali rischiano la chiusura. Inoltre, studi specialistici commissionati dai Comitati Civici del Sannio avrebbero quasi confermato il rischio di contaminazione delle falde acquifere a causa della permeabilità del pavimento in cemento dell’impianto, dovuta a fisiologiche microfessurazioni. A ciò si aggiunge la preoccupazione che l’edificio sorga su un promontorio che convoglierebbe rapidamente le acque piovane e di scolo verso l’invaso di Morcone/Campolattaro, distante solo poche centinaia di metri. Le acque di questo bacino sono destinate a diventare potabili per i cittadini di Benevento, un progetto per il quale la Regione Campania ha già stanziato 250 milioni di euro.
La senatrice ha altresì evidenziato la vicinanza dell’impianto a un geo-sito di potenziale rilevanza nazionale, come rilevato da una perizia idrogeologica. È inoltre probabile che l’area sorga lungo la “Via Francigena”, un percorso di pellegrinaggio religioso oggetto di studi e di un progetto europeo già riconosciuto dalla Regione Campania. Le distanze dalle abitazioni (60 metri, contro i 200 metri minimi raccomandati dalle linee guida regionali) e dagli asili (700 metri in linea d’aria, laddove sentenze del TAR suggeriscono almeno 1 km) sono ritenute insufficienti, così come la prossimità a soli 2 chilometri dal confine con la regione Molise.
Il progetto della ditta New Vision Srl prevede un impatto odorigeno significativo, con una propagazione degli odori, illustrata dalla rosa dei venti, che si estende oltre i 4 chilometri. Questo aspetto, secondo Lonardo, è stato colpevolmente trascurato, aggirando la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e omettendo la consultazione della Regione Molise, confinante con l’area. Una tale consultazione avrebbe, quasi certamente, portato al diniego dell’autorizzazione. Si sottolinea inoltre che l’area prescelta ricade all’interno del Parco Nazionale del Matese, un contesto in cui, in base ai vincoli territoriali, la costruzione di tali insediamenti è generalmente proibita.
La senatrice ha espresso stupore per il fatto che, nonostante le molteplici obiezioni, il progetto sia stato esonerato dalla Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), dalla Valutazione d’Incidenza (VI) e dalla Valutazione Ambientale Strategica (VAS). L’autorizzazione sarebbe stata concessa tramite un’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) destinata a un progetto differente, una circostanza che è attualmente oggetto di indagine da parte della Procura della Repubblica.
L’impianto è destinato a trattare 22.000 tonnellate di rifiuti organici, ai quali si aggiungerebbero fanghi industriali e ceneri. Si teme che il prodotto finale non sia un compost di qualità idoneo all’agricoltura biologica. Il decreto di autorizzazione prevede l’utilizzo di questo materiale in agricoltura, un aspetto che, data la composizione, potrebbe comportare un “rischio concreto di inquinare permanentemente le falde acquifere”, in particolare quelle del Matese, che rappresenta il più grande serbatoio di acqua potabile del Centro-Sud Italia. Per tutte queste ragioni, Sandra Lonardo ha sollecitato il Ministro Costa a disporre accertamenti approfonditi e a sottoporre il progetto alle commissioni competenti per le necessarie Valutazioni d’Impatto Ambientale, d’Incidenza e Ambientali Strategiche.
