Addio a Mons. Domenico Votino: Il Sacerdote Illuminato tra Erudizione e Spirito Instancabile

Addio a Mons. Domenico Votino: Il Sacerdote Illuminato tra Erudizione e Spirito Instancabile

Una profonda costernazione ha colto l’autore nella serata di ieri, al diffondersi della notizia della scomparsa improvvisa di Monsignor Domenico Votino, figura sacerdotale di spicco e caro amico di lunga data. Solo pochi giorni prima, una conversazione telefonica non aveva in alcun modo lasciato presagire un epilogo tanto fulmineo. Le prime ricostruzioni indicano che il prelato sia stato colto da un malore mentre si trovava nella sua abitazione a Bonea. Nonostante l’immediato allertamento dei soccorsi e il conseguente trasporto d’urgenza al pronto soccorso dell’Ospedale “San Pio” di Benevento, un arresto cardiaco si è rivelato fatale, ponendo bruscamente fine alla sua vita.

Nato a Bonea (BN) il 24 novembre 1937, Don Votino aveva intrapreso il cammino sacerdotale il 12 agosto 1962. Il prossimo anno, dunque, avrebbe segnato il prestigioso traguardo del sessantesimo anniversario della sua ordinazione. Dopo un breve incarico pastorale nella parrocchia di Campoli (BN), il 1° settembre 1965 assunse ufficialmente la guida dell’Abbazia di San Gennaro-Ferrari di Cervinara (Avellino). Qui, la sua dedizione fu evidente nella riqualificazione della casa canonica, nell’intensa promozione della devozione alla Madonna Addolorata, e nel suo ruolo attivo come presidente della Commissione per la celebrazione della festa patronale. A lui si deve inoltre il ripristino della sacrestia e dell’ufficio parrocchiale.

L’11 maggio 1969 lo vide trasferito alla chiesa dell’Annunziata a Montesarchio (BN), comunità che servì con instancabile fervore per quasi quarant’anni. La sua figura trascendeva i confini della parrocchia, divenendo un punto di riferimento per l’intera Valle Caudina, dove era pronto a offrire il suo ministero liturgico in diverse chiese, senza orari prestabiliti, anche una volta raggiunta la pensione. In parallelo, a Montesarchio, ricoprì l’incarico di insegnante di religione nelle scuole, un ruolo che gli permise di instaurare un dialogo costruttivo e un confronto diretto con studenti e giovani, lasciando un’impronta indelebile.

Monsignor Votino, che il 24 novembre successivo avrebbe festeggiato l’ottantacinquesimo compleanno, si distingueva per la sua profonda erudizione, la spiccata intelligenza e un’energia inesauribile. Era, in essenza, un pastore autenticamente devoto al suo gregge. Senza timore di smentita o ricorso a convenzionalismi retorici, si può affermare che Don Votino rappresentasse una figura eccezionale, una vera “rara avis”, per la sua vastissima cultura, l’incrollabile integrità morale e una straordinaria, quasi titanica, dedizione al ministero sacerdotale. L’autore ricorda con ammirazione la sua vitalità, la determinazione incrollabile e la prontezza di spirito.

Era un sacerdote capace di guidare con saggezza ogni anima verso le vette delle virtù morali, religiose e spirituali. Il suo volto era costantemente illuminato da un sorriso contagioso, che si irradiava anche su chi gli stava attorno. Dotato di un sottile e arguto umorismo, le sue omelie erano non solo avvincenti e commoventi, ma anche intrise di profondi insegnamenti socio-morali e spirituali. La sua maestria oratoria era tale da poter competere, senza esagerazione, con quella del celebre oratore romano Marco Tullio Cicerone. Il celebre aforisma di San Bernardo di Chiaravalle, “Non onus est, sed honor, servire domino in laetitia” (Servire il Signore nella gioia non è un peso, ma un onore), descriveva perfettamente la sua filosofia di vita e di ministero.

Un sentito ringraziamento, caro Don Votino, per la generosità con cui hai dispensato i tuoi salutari e inestimabili insegnamenti umani e cristiani. La tua assenza si farà sentire profondamente, ma la salda fede nel Risorto ci conforta, nella certezza che tu sia ora entrato nella vita eterna, trionfante sulla morte, accolto da Cristo Signore e nella comunione dei santi, con Maria Santissima in prima fila ad abbracciarti. La Comunità parrocchiale di Joffredo-Castello ti tributa un commosso addio, colmo di affetto e profonda gratitudine per tutto ciò che hai generosamente donato in tanti anni di servizio, affidandoti all’amore infinito di Dio.