La Scomparsa del Duca di Edimburgo: L’Eredità di una Vita Straordinaria al Servizio della Corona

La Scomparsa del Duca di Edimburgo: L’Eredità di una Vita Straordinaria al Servizio della Corona

Il Principe Filippo Mountbatten, Duca di Edimburgo, si è spento all’età veneranda di 99 anni. Egli fu il fedele consorte e il grande amore della Regina Elisabetta II, un legame sbocciato fin da quando lei aveva appena tredici anni. Segnato da un’infanzia turbolenta e priva di stabilità a causa delle vicende familiari, Filippo trovò nella futura sovrana il suo saldo punto di riferimento. La loro unione, durata ben 74 anni, è passata alla storia come un matrimonio esemplare, fondato su un’ammirazione e un rispetto reciproci profondissimi.

Il Duca di Edimburgo è ampiamente riconosciuto come il catalizzatore di significative riforme all’interno della monarchia britannica. Gran parte della familiarità odierna del pubblico con la vita dei Windsor è riconducibile al suo impegno. Fu sua l’insistenza, nel 1968, per la realizzazione del documentario “Royal Family”, un’iniziativa pionieristica che aprì le porte di Buckingham Palace alle telecamere, spogliando la figura reale del suo alone di mistero e proiettandola sotto i riflettori mediatici, trasformando i membri della famiglia in vere e proprie personalità pubbliche.

È legittimo immaginare la profonda tristezza della Regina Elisabetta, sua compagna di vita da quasi otto decenni e più giovane di lui di soli cinque anni, nel confrontarsi con l’assenza del marito, da lei spesso definito la sua “roccia”. Un’assenza che si farà sentire nell’incessante e spesso gravoso compito di adempiere agli impegni reali, tra strette di mano, cerimonie di inaugurazione, sorrisi protocollari e la costante attenzione verso milioni di sudditi. La sua stessa infanzia fu estremamente travagliata: il padre abbandonò la famiglia, fu esiliato a pochi mesi dalla nascita e privato di ogni certezza. La sua sopravvivenza fu anche merito di una fulgida carriera militare, e proprio in virtù di questo percorso, la percezione e la popolarità della monarchia rivestirono per lui un’importanza cardinale.

La sua indefessa dedizione e il suo instancabile impegno saranno profondamente avvertiti dalle oltre 780 organizzazioni di cui è stato patrono. I primi anni a corte, successivi al matrimonio, si rivelarono particolarmente ardui, con un ruolo inizialmente indefinito che lo costringeva a procedere costantemente un paio di passi dietro la consorte. Nonostante ciò, si dedicò con meticolosità alla cura dei complessi reali e all’educazione dei figli. Filippo riuscì a inserirsi con successo in un sistema rigidamente tradizionale, fatto di riservatezza, centinaia di apparizioni pubbliche e un ruolo ben definito per ogni membro, un’integrazione che per altri, come Meghan Markle, si è rivelata insormontabile.

Il mondo intero piange la scomparsa di un uomo dall’intelligenza acuta, dalla risolutezza ferrea, dalla determinazione inequivocabile e dal fascino indiscusso. Egli stesso si percepiva più come un europeo cosmopolita che come un tipico gentiluomo inglese. Ha incarnato il più leale servitore e l’alleato più fidato di una regina che, già in vita, è assurta a figura leggendaria. Personalmente, conservo il ricordo indelebile di aver avuto l’onore di incontrarlo, insieme alla Regina, durante la visita di Stato in Gran Bretagna nell’aprile del 1969 del nostro compianto Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Che la terra ti sia lieve! (Sit tibi terra levis!)