Provvedimento Giudiziario a Benevento: Divieto di Dimora per Titolare di Ristorante Accusato di Bancarotta Fraudolenta
Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Benevento ha emesso un’ordinanza di divieto di dimora nel comune di Benevento nei confronti di Pasquale Ucci, cinquantottenne imprenditore e proprietario del noto ristorante ‘Pascalucci’. Questa misura scaturisce da un’indagine congiunta condotta dalla Procura della Repubblica di Benevento e dalla Guardia di Finanza, che ipotizza a suo carico il reato di bancarotta fraudolenta.
La disposizione include anche un sequestro preventivo, finalizzato alla confisca “diretta”, per un ammontare di 528.097,60 euro, cifra considerata profitto delle attività illecite contestate. Tale provvedimento, come evidenziato nella comunicazione firmata dal Procuratore della Repubblica Aldo Policastro, riguarda altresì una società e l’intero patrimonio aziendale ad essa collegato, attualmente operativa nella gestione di un rinomato ristorante a Benevento. Per garantire la continuità dell’attività e salvaguardarne il valore, è stato nominato un amministratore giudiziario.
Le misure cautelari sono state adottate dal GIP beneventano, su istanza della Procura, nei confronti dell’imprenditore, già dichiarato fallito dal Tribunale di Benevento con sentenza del 12 giugno 2018. Sussistono infatti seri indizi circa la commissione del reato di bancarotta fraudolenta.
Si presume che l’imprenditore, sia antecedentemente che successivamente alla dichiarazione di fallimento, abbia sottratto, disperso, celato e/o si sia appropriato in parte o totalmente dei beni aziendali. Inoltre, le scritture contabili sarebbero state o completamente assenti o tenute in maniera così incompleta da impedire una chiara ricostruzione del patrimonio o dei flussi finanziari dell’impresa individuale insolvente. Tali azioni sarebbero state compiute in concorso con altri individui, attualmente anch’essi sotto indagine.
Le prove raccolte, supportate da accertamenti tecnici, acquisizione di testimonianze e meticolose indagini finanziarie, hanno fornito seri elementi che indicano come la condotta dell’imprenditore – configurabile come bancarotta fraudolenta per distrazione a danno dei creditori – sia tuttora in atto. È stato infatti riscontrato un “concreto” rischio di reiterazione del reato. Nonostante la dichiarazione di fallimento, l’attività di ristorazione oggetto dell’inchiesta, che continua ad attrarre un notevole numero di clienti e opera sotto una denominazione differente ma con la stessa insegna storica, è di fatto gestita dal medesimo imprenditore, avvalendosi della collaborazione di prestanome o l’assistenza dei propri familiari.
È emerso inoltre che il depauperamento dell’impresa fallita – realizzato con l’obiettivo di sottrarre l’attivo ai creditori mediante il trasferimento delle risorse alla nuova entità societaria, peraltro avvenuto senza alcun esborso di denaro, poiché i beni venivano ceduti gratuitamente – era affiancato dall’occultamento e dalla distruzione di parte della documentazione contabile, al fine di rendere estremamente complessa la ricostruzione delle manovre distrattive attuate.
È significativo notare che tra i principali creditori ammessi al fallimento dell’impresa individuale sottoposta a sequestro figurano l’Erario e diversi istituti di credito, ai quali non erano stati versati consistenti importi. Al contrario, i fornitori dell’attività di ristorazione venivano prioritariamente soddisfatti dall’imprenditore, con l’evidente scopo di assicurare la continuità degli approvvigionamenti di materie prime (della medesima marca o qualità), creando così una facciata di continuità aziendale agli occhi di clienti e partner commerciali dello storico locale sannita.
Questa operazione investigativa sottolinea l’impegno costante della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento nel contrastare la criminalità economico-finanziaria e tutti quei comportamenti illeciti che frenano lo sviluppo e la sana concorrenza sul mercato. Un’attenzione particolare è rivolta ai reati fallimentari, i quali arricchiscono illecamente chi li commette a scapito di creditori, lavoratori e altre imprese, producendo effetti deleteri sull’economia legale del territorio.
