Brucia la Campania: nel 2025 persi oltre 6mila ettari di boschi, Salerno e Caserta le più colpite

Incendio - pexels - retesei

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L’estate del 2025 in Campania è stata particolarmente drammatica per i boschi della regione

Fino a metà ottobre, infatti, sono andati in fumo circa 6.129 ettari di foresta, segnando un aumento del 13% rispetto all’anno precedente. Sono numeri impressionanti, che raccontano non solo di alberi bruciati, ma anche della perdita di biodiversità, del rischio crescente di frane e smottamenti e degli effetti negativi sull’ambiente e sull’economia locale.

Le province più colpite sono state Salerno, con quasi 2.000 ettari andati in fumo, seguita da Caserta e Napoli. Questi dati emergono dall’VIII Forum Foreste promosso da Legambiente, che ha definito la stagione del 2025 un anno “da bollino rosso” per i territori forestali campani. Si tratta di cifre che non rappresentano solo statistiche, ma testimoniano quanto il patrimonio boschivo della regione sia fragile e vulnerabile.

Le cause dell’aumento degli incendi sono molteplici e spesso si combinano tra loro. In primo luogo, il clima ha giocato un ruolo cruciale: l’estate 2025 è stata tra le più calde registrate in Italia dal 1950, con temperature superiori alla media di oltre 1,6 gradi e periodi di siccità prolungata, che hanno reso i boschi estremamente secchi e facilmente infiammabili. A questo si aggiunge una gestione del territorio spesso insufficiente: la manutenzione, i tagli controllati e la pianificazione del paesaggio non sempre sono stati eseguiti con continuità, aumentando il rischio che un piccolo fuoco possa propagarsi rapidamente.

Non va poi dimenticato il fattore umano. Negligenza, incendi accidentali o atti dolosi contribuiscono in modo significativo alla diffusione dei roghi. Secondo i dati di Legambiente, nel 2024 la Campania è stata tra le regioni più colpite per reati legati a incendi boschivi, con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente.

Conseguenze molte e durature in Campania

Le conseguenze di questi incendi sono molte e durature. Sul piano ambientale, si perde vegetazione e habitat di fauna, si compromette la qualità del suolo e aumenta il rischio di dissesto idrogeologico. Sul piano economico, ne soffrono turismo, agricoltura e paesaggio: la bellezza dei territori naturali è un patrimonio fondamentale per la Campania, e quando viene distrutto l’impatto si sente subito. Inoltre, la lotta agli incendi richiede ingenti risorse: mezzi aerei, squadre di terra, personale specializzato, tutto a carico della collettività.

In occasione del Forum, Legambiente ha lanciato un appello al governo e alle istituzioni regionali affinché vengano attuate misure concrete: prevenzione costante, gestione attiva del bosco e contrasto agli incendi dolosi. È necessario rafforzare la resilienza del territorio, coordinare piani di emergenza e applicare strategie nazionali e regionali per la gestione forestale.

Incendio - pexels - retesei_
Incendio – pexels – retesei

Non sono solo emergenze estive

Il messaggio è chiaro: non si tratta solo di emergenze estive, ma di un problema che si ripercuote negli anni. Le foreste che bruciano oggi impiegheranno decenni a riprendersi, se lo faranno, e ogni ettaro perso significa meno capacità di trattenere CO₂, proteggere il suolo e regolare il clima locale.

In conclusione, la stagione incendi 2025 in Campania ci lascia un bilancio drammatico: oltre 6.000 ettari di boschi distrutti, aumento del fenomeno rispetto all’anno precedente, condizioni meteorologiche estreme e fragilità della rete forestale. È una chiamata urgente all’azione per istituzioni, cittadini e comunità: proteggere i boschi significa proteggere l’ambiente, la sicurezza e il futuro della regione.