La Guardia di Finanza smantella complessa frode “carosello”: confiscati beni per 16 milioni di euro

La Guardia di Finanza smantella complessa frode “carosello”: confiscati beni per 16 milioni di euro

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Napoli hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca di beni per un ammontare stimato di 16 milioni di euro. L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Sezione Terza specializzata in criminalità economica e informatica – ha interessato simultaneamente le regioni Campania, Lazio, Molise e Lombardia. Questa azione patrimoniale, autorizzata dal GIP del Tribunale partenopeo, è l’esito di una meticolosa inchiesta, supportata da accertamenti tecnici, nel segmento del mercato dei prodotti tecnologici ed informatici. Il Primo Nucleo Operativo Metropolitano ha così proceduto al blocco di liquidità su conti correnti, al pignoramento di immobili, veicoli, e quote societarie, tutti identificati come proventi illeciti di una vasta frode fiscale.

Le indagini economico-finanziarie hanno avuto inizio grazie all’approfondimento di una richiesta di collaborazione amministrativa in ambito fiscale, giunta dalle autorità olandesi tramite il II Reparto del Comando Generale del Corpo. Tale approfondimento ha rivelato l’operatività di un’organizzazione criminale ben strutturata, la quale aveva architettato un sofisticato sistema di frode nell’ambito della commercializzazione di apparecchiature informatiche ed elettroniche. Tra i beni oggetto della truffa figurano numerosi dispositivi, come smartphone e tablet (di marchi noti), personal computer e componenti, console per videogiochi (es. Xbox, PlayStation, Nintendo), smart TV e sistemi di archiviazione dati. Il meccanismo fraudolento si basava sulla creazione e sull’utilizzo strategico di numerose entità economiche fantasma, le cosiddette “società cartiere”, con l’obiettivo primario di evadere l’IVA, sia a livello nazionale che comunitario, attraverso il consolidato schema delle “frodi carosello”. Questi acquisti intracomunitari venivano poi realizzati con fornitori dislocati in una vasta gamma di paesi europei, tra cui Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Estonia, Francia, Germania, Regno Unito, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria.

Al termine dell’inchiesta, diciannove individui sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria. Le accuse a loro carico includono associazione a delinquere, emissione e utilizzo di fatture per operazioni mai avvenute, e omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali. La mega evasione fiscale ha coinvolto sedici aziende e vedeva quali figure centrali un imprenditore e un consulente fiscale entrambi di origine partenopea. Questi due soggetti avrebbero orchestrato, tra il 2015 e il 2018, un complesso sistema di fatturazione per operazioni inesistenti, sia in entrata che in uscita, per un valore complessivo che eccede i 200 milioni di euro. Le indagini hanno inoltre evidenziato che il professionista, oltre a essere l’ideatore della frode carosello, si dedicava anche a compensazioni illecite di crediti inesistenti, per un importo di circa mezzo milione di euro. Tali operazioni venivano realizzate tramite la presentazione di modelli F24 direttamente presso istituti bancari o attraverso l’utilizzo dei servizi di home banking.