La Gestione dei Beni Confiscati in Campania: Un’Ombra sulla Trasparenza, con Riflessi Nazionali
I comuni della Campania mostrano significative carenze nella trasparenza riguardo alla gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata. Un’analisi approfondita su 131 enti locali campani, responsabili di proprietà confiscate, rivela che ben 86 di essi – corrispondenti al 66% del totale – non rendono pubblico l’elenco di tali beni sui propri portali online. Anche tra le amministrazioni che provvedono alla pubblicazione, la maggior parte lo fa in maniera incompleta o non pienamente aderente alle normative vigenti.
Le province campane con il maggior numero di comuni meno trasparenti sono Napoli, con 31 enti inadempienti, seguita da Caserta con 23 e Salerno con 18. Una situazione particolarmente critica si riscontra ad Avellino, dove 8 comuni su 9 omettono la divulgazione dei dati, e a Benevento, con 6 comuni su 7 che non rispettano l’obbligo di trasparenza. Si distingue positivamente, invece, la performance del Comune di Napoli.
Questi dati sono il risultato di un’iniziativa di monitoraggio civico, sperimentata inizialmente in Campania dal Coordinamento regionale di Libera e poi estesa su scala nazionale. Il problema della trasparenza si estende ben oltre i confini regionali: a livello nazionale, i comuni italiani presentano analoghe criticità nella ‘filiera’ della confisca dei beni mafiosi. Su 1076 comuni monitorati che hanno in carico immobili confiscati, 670 non pubblicano l’elenco. Il primato negativo in termini assoluti è detenuto dai comuni del Sud Italia, incluse le isole, con ben 392 enti che non adempiono a quest’obbligo. Seguono il Nord Italia con 213 comuni e il Centro con 65 che non divulgano i dati.
