Campania, Spaccio Digitale e Minori: L’Indagine Svela il Traffico di Stupefacenti Tramite Dark Web e Criptovalute

Campania, Spaccio Digitale e Minori: L’Indagine Svela il Traffico di Stupefacenti Tramite Dark Web e Criptovalute

Un’indagine approfondita, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni del capoluogo partenopeo, ha condotto alla denuncia di un’organizzazione criminale. Il sodalizio, interamente composto da individui molto giovani, avrebbe orchestrato una compravendita illecita di hashish e marijuana, utilizzando canali internet e avvalendosi di criptovalute per le transazioni.

Gli specialisti della sezione antidroga, parte del gruppo investigativo sulla criminalità organizzata, hanno giocato un ruolo cruciale. Attraverso l’analisi meticolosa delle conversazioni rinvenute sullo smartphone di uno dei membri, sono riusciti a ricostruire dieci distinti episodi di acquisto di sostanze stupefacenti, avvenuti tra giugno 2016 e giugno 2017. I giovani indagati, all’epoca dei fatti ancora minorenni, avrebbero impiegato il dark web come piattaforma per procurarsi la droga, utilizzando valute digitali, in particolare i Bitcoin, al fine di celare la tracciabilità dei pagamenti.

La merce stupefacente perveniva poi a destinazione tramite un corriere di spedizione – completamente all’oscuro della natura illecita del contenuto – che consegnava i pacchi presso specifici punti di ritiro, situati all’interno di esercizi commerciali abilitati alla ricezione di articoli.

Il dark web, spesso denominato la “rete sommersa” o “lato oscuro” di internet, garantisce connessioni anonime e irrintracciabili grazie all’utilizzo di protocolli avanzati, tra cui il più diffuso, come riscontrato in questo caso, è “Tor”. Sebbene la sua notorietà e diffusione abbiano visto un’accelerazione anche con la pandemia, le sue capacità di occultamento sono note da tempo. All’interno di questa parte criptata della rete, si possono trovare “dark market” dove è possibile scambiare svariati beni illeciti: dalle sostanze stupefacenti alle armi, dai farmaci ai documenti falsi, fino alla pornografia. Le informazioni scambiate sono crittografate con tale complessità da rendere quasi impossibile l’identificazione sia dell’acquirente che del venditore.

Inoltre, l’anonimato delle transazioni è ulteriormente consolidato dalle forme di pagamento in valuta virtuale, rigorosamente in Bitcoin, che vengono perfezionate solo al momento della ricezione del prodotto. È fondamentale evidenziare che le criptovalute, basandosi su reti decentralizzate, non rientrano nella definizione di “moneta elettronica” e non sono soggette ai consueti controlli da parte di banche centrali o di altre autorità pubbliche. Questa caratteristica intrinseca consente la realizzazione di movimenti finanziari privi di una supervisione tradizionale.