Cervinara non riesce a svegliarsi da un sonno che la sta facendo diventare preda di appetiti malavitosi. L’incendio del negozio di Via San Marciano è soltanto l’ultimo di una catena di atti delinquenziali e malavitosi che vengono da lontano. Chi si aspettava che dopo l’incendio doloso dell’autovettura dell’avvocato Nicola Valente ex assessore ed ex consigliere comunale e la bomba carta davanti alla casa del sindaco Tangredi ci fosse stato un sussulto da parte delle forze dell’ordine è rimasto alquanto deluso. Del resto era accaduta la stessa cosa con l’incendio della baracca in montagna dell’ex vicesindaco Dimitry Monetti, altra pagina che non ha trovato nessuna risposta. Sembra che quasi una zona grigia, cali su determinati episodi a Cervinara, quasi che ci sia una sorta di impunità o che non si possano scoprire determinati altari. I cittadini onesti e laboriosi di Cervinara chiedono sicurezza, chiedono che finalmente si possa tornare a vivere in tranquillità. L’errore che si puo’ commettere in questo momento è quello di volersi convincere che tutto va bene che Cervinara è un’isola felice,ed invece cosi non è. Basta guardare le persone e ti accorgi che c’è paura, ma questo anche perchè chi deve far rispettare l’ordine sembra chiudere un occhio quando lo strafottente di turno cerca di far capire che puo’ fare quello che vuole. A Cervinara si attende come una sorta di soluzione a tutti i problemi l’impianto di videosorveglianza, quasi che le telecamere possano far rispettare l’ordine o assicurare alla giustizia i malviventi che da mesi stanno gettando un’ombra sulla vita dei cervinaresi. La videosorveglianza puo’ essere un aiuto alle indagini, ma non illudiamoci che possa risolvere i problemi. Dopo l’incendio a Casa Risparmio, sono state come sempre avviate le indagini che sono a 360 gradi, non si tralascia alcuna pista, si dice nel gergo poliziesco, già ci auguriamo solo che finalmente si imbocchi la pista giusta e che di qui a qualche giorno non ci dobbiamo ritrovare a notiziare qualche altro fatto di cronaca.