Viaggio nel tempo fiscale: Alto Calore chiede euro per una bolletta del 1984 a Cervinara.
Un episodio ai limiti dell’assurdo ha scosso una commerciante di Via Roma, a Cervinara. L’esercente si è vista recapitare, tramite raccomandata dalla società Crearci Srl – un’agenzia di recupero crediti con sede a Napoli e incaricata da Alto Calore Servizi S.P.A. – una richiesta urgente di saldo per una fattura del tutto singolare. Il documento, contrassegnato con il numero 1409/84, risale al 31 dicembre 1984 (con la stessa data di scadenza) e presenta un importo di 44,24 euro, relativo a un presunto debito insoluto.
Sorge spontaneo l’interrogativo sul motivo per cui, a fronte di un mancato pagamento che si protrae da decenni, non siano stati applicati né sanzioni né interessi di mora. Altrettanto incomprensibile è la presenza dell’importo in euro su un documento datato 1984, un periodo in cui la lira italiana era l’unica valuta corrente e il concetto stesso di moneta unica europea era ancora lontano dall’essere una realtà.
Ci si domanda, inoltre, per quale ragione Alto Calore Servizi S.P.A. abbia atteso ben 34 anni prima di richiedere il saldo di questa fattura, pur avendo mantenuto regolare la fornitura del servizio per tutto questo tempo. La missiva, dal tono perentorio, intima il versamento dell’importo entro soli dieci giorni dalla ricezione, minacciando al contempo il ricorso ad azioni legali in caso di mancato adempimento.
Si attende ora con ansia una chiara spiegazione da parte di Alto Calore Servizi S.P.A. o della società Crearci Srl. È fondamentale comprendere se questa vicenda sia il frutto di un clamoroso errore, di uno scherzo di cattivo gusto, o se, incredibilmente, dopo oltre tre decenni si sia davvero deciso di reclamare il saldo di una bolletta così anacronistica, per di più con un importo espresso in una valuta all’epoca inesistente.
