Il prof. Dott.Ugo Cioffi abilitato ordinario di Chirurgia Generale all’Università degli Studi di Milano con il prof. dott. Marco Chirelli Chirurgia generale e Robotica dell’Ospedale Alessandro Manzoni di lecco sono stati invitati dal World Journal of Gastroenterology a ridelineare per i prossimi anni i trattamenti più adeguati per l’Epatocarcinoma. Alla fine degli anni ’90 il prof. Jordi Bruix e la sua equipe della Clinica di Barcellona, hanno ideato e quindi pubblicato le linee-guida sul trattamento dell’epatocarcinoma, il tumore più frequente del fegato. Queste indicazioni rappresentano a tutt’oggi il riferimento di epatologi, gastroenterologi e chirurghi del fegato per il trattamento dei tumori epatici. L’epatocarcinoma è un tumore molto diffuso in tutto il mondo, soprattutto il alcune aree dell’Africa e dell’Asia e ad oggi rappresenta la 3^ causa di causa di morte per tumore a
livello mondiale. Solitamente insorge su un fegato cirrotico ed è spesso associato alle infezioni virali da virus dell’epatite B e C oppure ad un eccessivo consumo di alcolici. Le linee guida di Barcellona (“Barcelona Clinic Liver Cancer guidelines” in inglese) sono state approvate dalle maggiori associazioni di epatologia quali l’Associazione Europea per lo studio del fegato e l’Associazione Americana per lo studio delle malattie epatiche. A distanza di circa 20 anni, però, queste rigide indicazioni incominciano a mostrare alcuni limiti, legati al miglioramento di alcune tecniche chirurgiche. Negli anni ’90 si sono affermati, in ambito epatologico, alcuni trattamenti molto promettenti allo scopo di sconfiggere questi tumori quali il trapianto di fegato, la chemioterapia intra-arteriosa e l’alcolizzazione eco-guidata. Queste terapie ci hanno permesso di guarire quei pazienti con un tumore più o meno esteso ma confinato al tessuto epatico senza sconfinamento nei vasi principali o nelle vie linfatiche. Da un lato il trapianto di fegato, grazie anche a fondamentali studi dell’Istituto dei Tumori di Milano, ha reso possibile il trattamento dei tumori di piccole dimensioni che insorgevano su fegato malato di cirrosi. Dall’altro lato, la chemioterapia intra-arteriosa, ovvero l’iniezione di farmaci direttamente del fegato attraverso l’arteria epatica tramite una tecnica radiologica, ha permesso di controllare tumori epatici di grosse dimensioni che prima portavano a morte il paziente nel giro di pochi mesi. Parallelamente, nelle Barcelona Clinic Liver Cancer guidelines la resezione chirurgica, trovava indicazione solo in casi di piccoli tumori insorti
su fegato sano non-cirrotico. Nel tempo, tuttavia, il trapianto di fegato, la chemioterapia intra-arteriosa e l’alcolizzazione eco-guidata hanno mostrato alcuni limiti. Il trapianto è una
terapia molto efficace ma caratterizzata una un notevole impiego di risorse: il paziente spesso deve rimanere il lista di attesa per molti mesi con il concreto rischio di progressione tumorale. Inoltre il numero di limitato di organi da trapiantare rende questo trattamento non estensibile a tutti i casi che si gioverebbero di tale terapia. Negli ultimi anni la chemioterapia attraverso l’arteria epatica sembra meno efficace rispetto agli studi inziali che erano molto promettenti su tumori epatici di grandi dimensioni. Infine oggigiorno
l’alcolizzazione dei noduli epatici è stata pressochè soppiantata da trattamenti locali più efficacie pratici quali radiofrequenza e le micro-onde. E’ fondamentale sottolineare che nei paesi asiatici, in primis Giappone e Cina, queste linee-guida non vengono seguite poiché il tumore del fegato è molto frequente, insorge in pazienti più giovani e, per motivi culturali, il
numero di donatori è molto ristretto. Per questi motivi, nei paesi dell’est Asia si predilige trattare l’epatocarcinoma, anche di grosse dimensioni o con noduli multipli, con resezioni epatiche. Su queste basi, molti Centri specializzati in Chirurgia epatica in tutto il mondo hanno incominciato a trattare pazienti con resezione epatica anche al di fuori delle ristrette prescrizioni delle linee-guida di Barcellona, ottenendo risultati molto soddisfacenti. In particolar modo nei pazienti in stadio B ovvero stadio intermedio, per il quale le linee guida di Barcellona prevedono il trattamento con la chemioterapia intra-arteriosa, i risultati che si ottengono con la resezione chirurgica sembrano essere migliori. Parallelamente anche i
risultati della resezione chirurgica in pazienti con cirrosi avanzata (stadio B secondo Child-Pugh) si sono dimostrati soddisfacenti. Tutto ciò è stato reso possibile per un notevole miglioramento delle tecniche chirurgiche ed anestesiologiche. L’introduzione in Chirurgia delle tecniche ecografiche e mini-invasine (ecografia intra-operatoria, laparoscopia e robotica) e di strumentazioni avanzate specifiche per la chirurgia epatica (dissezione ad ultrasuoni, bisturi a radiofrequenza o ad ultrasuoni) ha permesso di eseguire resezioni più rispettose dell’anatomia epatica. Alla luce di queste recenti e tumultuose evoluzioni della chirurgia epatiche dell’epatocarcinoma, gli Editori della famosissima rivista internazionale World
Journal of Gastroenterology ci ha affidato il compito di rivalutare le Barcelona Clinic Liver Cancer guidelines con l’obiettivo di ridelineare i trattamenti più adeguati per l’epatocarcinoma nei prossimi anni. Maggiori Informazioni https://www.wjgnet.com/1007-9327/full/v27/i21/2784.htm