Campania ‘Scuole Aperte’ Respinge Le Chiusure Locali: L’Istruzione Sia Prioritaria

Campania ‘Scuole Aperte’ Respinge Le Chiusure Locali: L’Istruzione Sia Prioritaria

Nella giornata di ieri, l’Unità di Crisi Covid della Regione Campania ha rivolto a prefetti e sindaci l’invito a prendere in considerazione l’adozione della didattica a distanza per gli istituti scolastici di ogni ordine e grado fino al mese di marzo. Questa raccomandazione ha scatenato una pronta e decisa reazione da parte dei movimenti familiari. Essi chiedono con forza che le istituzioni non procedano a nuove serrate delle scuole tramite ordinanze locali, ma si attengano scrupolosamente sia al protocollo sanitario nazionale sia all’ultimo decreto del governo.

A farsi portavoce di questa posizione sono i Coordinamenti “Scuole Aperte” operanti in tutte le province campane, affiancati dalle associazioni ‘Usciamo dagli sche®mi’ e ‘Scalzabanda’. Si tratta degli stessi collettivi “No Dad” che, in ben due occasioni, hanno ottenuto sentenze favorevoli dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) contro precedenti misure di chiusura scolastica emanate dall’ente regionale presieduto da Vincenzo De Luca, sempre a causa della pandemia. Ora, questi gruppi rilanciano le loro istanze, sottolineando come il TAR abbia chiaramente statuito che eventuali nuove ordinanze locali di chiusura debbano essere di durata circoscritta e giustificate esclusivamente da circostanze effettivamente contingibili, ovvero imprevedibili. La situazione epidemiologica attuale, tuttavia, non presenta più alcun carattere di imprevedibilità.

Inoltre, i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) già contengono le disposizioni dettagliate per la gestione della pandemia, applicabili uniformemente in tutte le regioni italiane. Secondo i Coordinamenti “Scuole Aperte”, «la sospensione delle attività didattiche in presenza non può più essere considerata l’unica o la principale misura di contenimento del Covid-19 in Campania». Affermano con fermezza che non è accettabile che, ancora una volta, l’unico diritto a essere penalizzato sia quello all’istruzione.

Se la gravità della situazione sanitaria fosse tale da giustificare la chiusura delle scuole, come asserito dall’Unità di Crisi, allora, per coerenza, si dovrebbero parimenti chiudere uffici, esercizi commerciali, luoghi di culto, bar e ristoranti. Eppure, l’andamento dell’epidemia nella nostra regione consente ancora la permanenza in zona gialla. Di conseguenza, auspichiamo che i sindaci, investiti del compito di amministrare le nostre comunità, agiscano con discernimento e senso di responsabilità. È fondamentale che monitorino attentamente la situazione nei rispettivi territori, evitando l’adozione di provvedimenti sproporzionati o irragionevoli. Contro tali decisioni, i movimenti hanno già annunciato che ricorreranno, senza esitazione, a tutti gli strumenti legali a loro disposizione.