Linea Dura Anti-Covid: Il Governo Non Cede su Coprifuoco e Interni dei Locali, in Attesa del Pass Digitale

Linea Dura Anti-Covid: Il Governo Non Cede su Coprifuoco e Interni dei Locali, in Attesa del Pass Digitale

L’esecutivo italiano, guidato dal premier Mario Draghi, ha ribadito la propria strategia anti-Covid, resistendo alle diverse sollecitazioni pervenute. Da un lato, ha respinto le istanze del centrodestra che auspicavano un allentamento del divieto di circolazione notturna e la riapertura dei servizi di ristorazione al coperto già nelle zone gialle. Dall’altro, ha ignorato le richieste di gran parte delle amministrazioni regionali, le quali chiedevano una revisione della decisione di riportare la totalità degli studenti in presenza dal 26 aprile, a meno di significativi interventi sul settore dei trasporti pubblici.

Un elemento cruciale di questa roadmap è l’introduzione del cosiddetto ‘pass’ o certificato verde. Il suo debutto è preceduto da un’importante consultazione degli specialisti del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), chiamati a esprimere un parere decisivo. Questo documento sarà indispensabile per la libera circolazione tra regioni con differenti livelli di rischio epidemiologico e per l’accesso a specifiche attività, quali eventi culturali, spettacoli dal vivo o proiezioni cinematografiche.

Tuttavia, emergono due punti fermi riguardo a questa misura: in primo luogo, il pass non sarà operativo per il 26 aprile. Pertanto, a partire da lunedì venturo, gli spostamenti verso le regioni classificate come ‘rosse’ o ‘arancioni’ richiederanno ancora un’autocertificazione, accompagnata da uno dei tre seguenti attestati: il certificato di vaccinazione, la prova di avvenuta guarigione dal Covid-19, o un test molecolare/rapido negativo eseguito nelle 48 ore precedenti. In secondo luogo, il pass italiano si allineerà al modello europeo, la cui piena funzionalità è attesa tra giugno e luglio. L’approccio sarà quello di comprendere appieno le modalità operative del sistema comunitario per poi adattare di conseguenza la soluzione nazionale.

L’ipotesi tecnica più accreditata prevede l’impiego di un’applicazione mobile, capace di generare un codice QR contenente le informazioni sanitarie rilevanti, da mostrare su richiesta. L’app ‘Io’, già in uso per il programma di cashback statale della Pubblica Amministrazione, è considerata la candidata principale. Gli specialisti ne lodano la conformità agli standard europei in materia di identità digitale e tutela della privacy, rendendola potenzialmente pronta all’uso. Ciononostante, la scelta definitiva non è ancora stata presa; restano sul tavolo alternative come l’impiego di un certificato cartaceo tradizionale o l’integrazione con la tessera sanitaria esistente.

Nel corso della medesima riunione, il CTS esaminerà anche le proposte delle Regioni in merito alle riaperture. Su alcuni aspetti, tuttavia, si prevedono criticità e dissenso. In particolare, è improbabile che ottengano il via libera sia la richiesta di permettere l’accesso ai bar e ristoranti al chiuso anche nelle aree classificate come ‘arancioni’ o ‘rosse’, sia la possibilità di utilizzare gli spogliatoi all’interno di piscine e palestre. Quest’ultime, peraltro, le regioni avrebbero voluto riaprire già dal 15 maggio, anziché attendere il 1° giugno come stabilito dal piano governativo.