Danni al vetro dell’auto sull’autostrada: sei costretto a pagare? No, puoi chiedere risarcimento | il “pedaggio = contratto” che vale davvero

Danni al vetro dell’auto sull’autostrada: sei costretto a pagare? No, puoi chiedere risarcimento | il “pedaggio = contratto” che vale davvero

parabrezza_rotto_chi_paga_-_notizialocale.it

Un sasso che colpisce il parabrezza, una scheggiatura improvvisa e il pensiero corre subito alle spese. Ma il danno al vetro in autostrada non è sempre a carico dell’automobilista: in diversi casi può essere richiesto un risarcimento al gestore o a un altro veicolo.

La rottura del parabrezza mentre si viaggia in autostrada è uno degli imprevisti più frequenti e più costosi. Molti credono che il pedaggio non garantisca alcuna tutela, ma la legge racconta un’altra storia: chi gestisce l’autostrada ha l’obbligo di mantenere la carreggiata in sicurezza e può essere chiamato a rispondere del danno quando a causarlo è un’insidia presente sulla strada.

Nella maggior parte dei casi la rottura è provocata da detriti presenti in carreggiata o da piccoli sassi sollevati dai veicoli che precedono. Frammenti di asfalto, parti di pneumatici esplosi, materiale caduto da altri mezzi o abbandonato sulla strada: tutto ciò rientra nelle cosiddette “insidie stradali”, elementi che non dovrebbero trovarsi sulla carreggiata e che il gestore è tenuto a rimuovere.

Il riferimento normativo è l’articolo 2051 del Codice civile (“Danno cagionato da cosa in custodia”). L’ente che ha la custodia dell’autostrada risponde dei danni provocati dalla strada stessa, a meno che non provi il caso fortuito, cioè un evento imprevedibile e inevitabile.

Tradotto: se un detrito era presente da un tempo sufficiente per essere visto e rimosso, e quel detrito rompe il parabrezza, il gestore può essere considerato responsabile.

I tribunali hanno più volte riconosciuto la responsabilità delle società autostradali per danni causati da oggetti presenti in carreggiata. Non è necessario identificare con precisione l’oggetto: basta dimostrare che era lì e non è caduto un istante prima del passaggio dell’auto.

In questi casi, il concessionario non ha esercitato la custodia in modo adeguato e quindi deve rimborsare il danno.

Quando il gestore NON risponde

L’ente autostradale può non essere ritenuto responsabile se dimostra il caso fortuito, per esempio:

  • il detrito è caduto in carreggiata pochi secondi prima;
  • l’oggetto è stato lanciato volontariamente da terzi;
  • la condotta dell’automobilista è stata così imprudente da spezzare il nesso causale.

In questi casi il costo resta a carico del proprietario, a meno che non venga identificato un altro veicolo coinvolto.

Se il parabrezza si rompe per materiale caduto da un camion, da un furgone o da un mezzo con carico non fissato, la responsabilità passa all’altro conducente. A quel punto paga la sua assicurazione Rc auto – ma occorrono prove: targa, testimonianze, foto, intervento delle forze dell’ordine.

La Rc auto non rimborsa i danni al proprio veicolo, quindi non copre il parabrezza rotto, a meno che non si identifichi un responsabile terzo.

L’unica vera protezione diretta è la polizza cristalli, una garanzia accessoria che copre riparazione o sostituzione del vetro entro un massimale, spesso con una piccola franchigia.

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Franchigie e massimali: perché non tutte le polizze sono uguali

Le assicurazioni cristalli possono prevedere:

  • riparazione o sostituzione con franchigia;
  • massimali tra 500 e 1.000 euro;
  • obbligo di utilizzare centri convenzionati;
  • limitazioni su tetti panoramici o vetri speciali;
  • numero massimo di interventi annuali.

Per avere speranze di ottenere un risarcimento, servono prove raccolte nell’immediato:

  • foto del vetro e del punto dell’impatto;
  • foto del detrito, se ancora presente;
  • ora, posizione e condizioni del traffico;
  • eventuale intervento della Polizia Stradale;
  • relazione del carro attrezzi;
  • testimonianze.

Dal punto di vista teorico le tutele esistono: gestore autostradale, responsabilità di altri veicoli, polizza cristalli. Ma nella pratica, senza prove, senza un responsabile identificabile o senza una polizza dedicata, il costo del parabrezza finisce quasi sempre sulle spalle del proprietario.

La regola quindi è chiara: il risarcimento è possibile, ma va dimostrato. E senza polizza cristalli, il rischio di dover pagare di tasca propria resta molto alto.