Campania Covid: De Luca tra Via d’Uscita, Allarme Varianti sui Giovani e la Questione Vaccini
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha tracciato un quadro della situazione pandemica da Covid-19, sottolineando che sussistono ora le premesse per intraprendere un percorso di graduale superamento di questa difficile fase. Tale prospettiva – ha ammonito – si concretizzerà solo a patto di evitare errori e di mantenere una condotta razionale.
Nonostante un elevato numero di contagi, De Luca ha evidenziato due elementi rassicuranti: l’occupazione delle terapie intensive, che si attesta a 160 posti, un valore pari alla metà di quello registrato in regioni classificate in zona arancione, testimoniando un efficace lavoro di contenimento e sorveglianza a monte. Inoltre, i decessi correlati al Covid-19, circa 5.400, sono sei volte inferiori a quelli della Lombardia e la metà rispetto a Emilia-Romagna e Piemonte. Questa robusta tenuta regionale ha permesso di scongiurare la chiusura dei reparti ospedalieri ordinari, evenienza che si sarebbe verificata in caso di un’escalation incontrollata dei positivi.
Queste dichiarazioni giungono nel giorno in cui è stata confermata la permanenza della Campania in zona rossa per un’ulteriore settimana. De Luca ha però espresso preoccupazione per l’alto numero di casi sintomatici, definiti anomali, la cui origine è oggetto di indagine. Molti di questi, ha specificato, presentano sintomi lievi o assenti (paucisintomatici); se la sintomatologia fosse grave, le unità di terapia intensiva sarebbero già sovraccariche. I medici – ha riferito De Luca – ipotizzano che questa anomalia possa essere collegata a una maggiore aggressività della variante inglese del virus nei confronti della popolazione più giovane.
Il discorso si è poi spostato sulla campagna di vaccinazione, dove il presidente non ha risparmiato critiche. Ad oggi – ha affermato – la Campania ha ricevuto 235mila dosi di vaccino in meno rispetto al Lazio, pur avendo una popolazione comparabile. La nostra regione, che rappresenta il 9,6% della popolazione italiana, dovrebbe ricevere la stessa percentuale di ogni singola fornitura di vaccini. Un esempio è la scarsità di vaccini Moderna, la cui importanza è cruciale: a differenza di Pfizer, che richiede una complessa catena del freddo, Moderna non ne ha bisogno e può essere somministrato anche a domicilio. L’auspicio è che queste disparità vengano sanate entro il mese di aprile.
