Moby Prince: Tre Decenni di Enigma, la Ricerca Incessante di Verità e Giustizia

Moby Prince: Tre Decenni di Enigma, la Ricerca Incessante di Verità e Giustizia

La sera del 10 aprile 1991 si è impressa indelebilmente nella memoria collettiva come una ferita profonda. Fu un evento di portata inaudita, una sciagura marittima che divenne ancor più straziante per la persistente oscurità che avvolge le circostanze del suo accaduto. Nel porto di Livorno, la collisione tra il traghetto Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo scatenò una tragedia senza precedenti. Un violento impatto, seguito dall’attrito delle lamiere tra le due imbarcazioni, innescò un’immediata conflagrazione del petrolio fuoriuscito, trasformando il traghetto in un inferno di fiamme che non lasciò scampo agli occupanti. I soccorsi, giunti con lentezza, si trovarono dinanzi a uno scenario apocalittico: un bilancio di 140 vittime su 141 persone a bordo, tra cui 65 membri dell’equipaggio e 75 passeggeri. L’unico sopravvissuto fu un giovane mozzo napoletano, Alessio Bertrand.

Sono passati tre decenni da quella notte, eppure la vera dinamica dei fatti, che si tratti di errore umano o di altre cause, resta avvolta nel mistero. L’anelito di giustizia per le 140 famiglie colpite rimane insoddisfatto, e la sete di verità sul “come” e sul “perché” di quell’evento continua a bruciare.

La città di Ercolano, che pagò un tributo altissimo con la perdita di sette suoi concittadini, si impegna strenuamente per mantenere viva l’attenzione su quanto accaduto. Il consiglio comunale, dopo aver approvato all’unanimità il 3 marzo scorso un atto amministrativo che sollecita il Parlamento italiano a istituire una nuova commissione bicamerale d’inchiesta, ha organizzato la manifestazione “Moby Prince: per non dimenticare”. In mattinata, in collaborazione con l’associazione dei familiari delle vittime, è stato esposto uno striscione che invocava verità e giustizia, non solo per i cittadini di Ercolano. La cerimonia commemorativa ha vissuto due momenti di profonda commozione: dapprima la deposizione di una corona d’alloro sotto una lapide recante i nomi delle sette vittime di Ercolano, seguita da una sentita liturgia celebrata nella Basilica di Santa Maria a Pugliano.

Agli eventi ha partecipato anche Roberto del Grosso, sindaco di Roccabascerana, per onorare la memoria di Maurizio Parrella, concittadino della sua comunità. Un adolescente che al momento della tragedia aveva solo sedici anni e proveniva dalla frazione di Cassano Caudino. Animato da uno spirito avventuroso, si trovò legato a un destino crudele: aveva sostituito il fratello maggiore Natalino, impegnato negli obblighi militari, e in sole due settimane, dal 26 marzo al 10 aprile, il suo sogno fu infranto. La sua scomparsa lasciò nell’afflizione più profonda l’intera famiglia, gli amici e persino i semplici conoscenti, i quali, come tutti gli altri parenti delle vittime, dopo un trentennio non rinunciano alla speranza che venga finalmente scritta una parola di verità e giustizia su quello che rimane uno degli enigmi più grandi della storia italiana.