L’Ondata Illecita Non Si Ferma: Dopo Salerno, Cellulari Trovati Tra i Reclusi di Avellino

L’Ondata Illecita Non Si Ferma: Dopo Salerno, Cellulari Trovati Tra i Reclusi di Avellino

Un ulteriore ritrovamento di dispositivi mobili proibiti ha interessato un istituto penitenziario campano. A distanza di poche ore dal precedente intervento a Salerno, è ora la casa circondariale di Avellino ad essere stata teatro della scoperta e del conseguente sequestro di due telefoni cellulari in possesso di altrettanti internati.

La notizia è stata divulgata dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), attraverso le parole del Segretario nazionale per la Campania, Emilio Fattorello. Egli ha precisato che “nella mattinata di venerdì, all’alba, durante un’azione straordinaria di controllo mirata a contrastare il traffico illegale di stupefacenti e telefonia, all’interno di una cella del reparto detentivo, occupata da due detenuti, sono stati recuperati due apparecchi: un modello di piccole dimensioni e uno smartphone. Circa quaranta membri del Corpo di Polizia Penitenziaria hanno fatto irruzione nell’area. Uno degli ospiti della struttura aveva ancora il dispositivo in mano al momento della confisca.” L’episodio è stato prontamente segnalato all’Autorità Giudiziaria competente, rappresentata dal P.M. Luigi Iglio.

Il SAPPE Campania ha espresso il proprio plauso a tutto il personale della Polizia Penitenziaria in servizio presso il reparto della Casa Circondariale irpina. I colleghi, nonostante le innumerevoli sfide operative che affrontano quotidianamente nella struttura, inclusa una grave carenza di organico che li costringe a operare al di sotto degli standard minimi di sicurezza, riescono a onorare i propri obblighi istituzionali, garantendo l’ordine e la salvaguardia e assicurando il rispetto della legge contro la criminalità organizzata.

Il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, ha ribadito la sua preoccupazione, affermando che “nonostante l’introduzione dell’articolo 391 ter del Codice penale, che prevede sanzioni severe (da uno a quattro anni di reclusione) per l’introduzione e il possesso illegale di telefoni nelle carceri, il fenomeno non accenna a diminuire. I sequestri di Avellino si aggiungono, a brevissima distanza, a quelli registrati nel penitenziario di Salerno.” Capece ha nuovamente sollecitato l’adozione di “soluzioni drastiche e urgenti, come la schermatura delle sezioni detentive e di tutti gli spazi frequentati dai reclusi, al fine di bloccare l’utilizzo di telefoni cellulari e smartphone.”

A conclusione, il SAPPE ha ricordato che al 31 dicembre scorso, le quindici prigioni della Campania ospitavano un totale di 6.403 persone, di cui 6.087 uomini e 316 donne. Di questi, 2.536 erano imputati, 3.822 già condannati, 42 internati, mentre per tre reclusi la posizione giuridica era ancora in fase di definizione.