Presidio Ambientale Costante: Un Anno di Interventi dei Carabinieri sui Bacini di Sarno e Regi Lagni

Presidio Ambientale Costante: Un Anno di Interventi dei Carabinieri sui Bacini di Sarno e Regi Lagni

Per quasi un anno, a partire dalla conclusione del primo periodo di “lockdown”, i Carabinieri del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari (CUFA) hanno condotto, in modo continuativo, un’ampia e meticolosa operazione di monitoraggio e verifica. Questa campagna, supportata anche dall’utilizzo di droni, è stata focalizzata sul contrasto all’abbandono indiscriminato di rifiuti e agli scarichi abusivi da parte di aziende attive nelle zone del Bacino Idrografico del fiume Sarno, che si estende tra le province di Avellino, Salerno e Napoli, e dei Regi Lagni, che interessano invece i territori di Napoli e Caserta.

L’iniziativa, per entrambi i bacini, ha preso avvio con una dettagliata mappatura preliminare delle principali entità produttive, categorizzate per settore, dislocate lungo i corsi d’acqua sotto osservazione.

Successivamente, le unità specializzate dei Carabinieri – il Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli, insieme ai Nuclei Operativi Ecologici (NOE) di Napoli, Salerno e Caserta, e ai Gruppi Carabinieri Forestali delle province di Napoli, Avellino, Caserta e Salerno – hanno intensificato le ispezioni. Sono state eseguite innumerevoli verifiche presso una vasta gamma di stabilimenti industriali, culminate in numerosi provvedimenti di sequestro a carico di intere imprese. Queste erano state identificate come responsabili di smaltimento illegale di rifiuti e di riversamenti non autorizzati di effluenti industriali. Per l’aspetto tecnico, le operazioni si sono avvalse del supporto dell’ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania), e hanno operato in stretta concertazione con diverse Procure della Repubblica: per il fiume Sarno, quelle di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata; per i Regi Lagni, invece, le Procure di Napoli Nord, Santa Maria Capua Vetere (CE) e Nola.

Questo rappresenta, in sintesi, un’imponente azione congiunta e coordinata che ha coinvolto molteplici istituzioni, con l’obiettivo primario di identificare e arginare le fonti di contaminazione che affliggono alcuni dei più rilevanti sistemi idrici della Regione Campania.

Nel complesso, nell’arco dell’ultimo anno, dal termine del “lockdown”, i Carabinieri dei reparti indicati hanno registrato i seguenti risultati: A. Per l’area del bacino del fiume Sarno (che interessa le province di Napoli, Salerno e Avellino):