La Grave Crisi Carceraria: Il Rapporto Ciambriello Denuncia Lacune Strutturali e Umanitarie

La Grave Crisi Carceraria: Il Rapporto Ciambriello Denuncia Lacune Strutturali e Umanitarie

Il rapporto del 2020 redatto dal Garante dei Detenuti, Samuele Ciambriello, presentato nella sala consiliare del comune di Avellino, getta una luce impietosa sulle gravi criticità che affliggono il sistema carcerario. Le problematiche sollevate riguardano principalmente la dotazione di personale, l’efficienza della sanità penitenziaria e l’efficacia dei percorsi di inclusione sociale.

Attualmente, le persone private della libertà ammontano a 758, tra cui 98 cittadini stranieri. I dati evidenziano una situazione di grande sofferenza: si sono registrati 169 atti di autolesionismo e purtroppo un suicidio, sebbene altri 12 tentativi siano stati fortunatamente sventati grazie al pronto intervento degli agenti della polizia penitenziaria.

La criticità più acuta, in particolare nelle strutture di Bellizzi e Ariano, è rappresentata dalla marcata carenza di assistenza psichiatrica. Ciambriello ha sottolineato come in Irpinia, una problematica già evidenziata anche dalla magistratura di sorveglianza, sia la difficoltà nel reperire psichiatri specializzati per le Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS). Ha descritto la situazione a Sant’Angelo dei Lombardi come uno “scandalo nazionale”: una REMS destinata ad accogliere sette detenuti con disturbi mentali ne ospita di fatto uno solo, nonostante la presenza di vari operatori, a causa dell’assenza di figure psichiatriche. La figura dello psichiatra, ha aggiunto Ciambriello, si rivela altresì decisiva per i centri di Ariano e Avellino. Il settore della sanità è, a suo dire, quello più sensibile e di maggiore preoccupazione.

Per quanto concerne le opportunità di reinserimento lavorativo, Ciambriello ha espresso apprezzamento per le 356 persone che trovano impiego all’interno delle mura carcerarie. Tuttavia, ha evidenziato un dato scoraggiante: solo 19 detenuti, su un totale regionale di 75, sono stati collocati presso datori di lavoro esterni al contesto penitenziario. Ha quindi ribadito la necessità imprescindibile di incrementare significativamente queste esperienze, poiché l’inclusione sociale rappresenta un pilastro fondamentale per la riabilitazione.