Esattamente un anno fa veniva emanato il decreto Dignità che ha fatto tanto discutere relativo al gioco d’azzardo. Un intervento normativo sentito come necessario per contrastare in maniera decisamente più efficace il fenomeno relativo alla ludopatia, ma le continue deroghe l’hanno fatto entrare in vigore solamente ora e l’assenza di un correlato processo di riforma del settore lasciano qualche dubbio sull’effettivo raggiungimento dei risultati.
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Gioco d’azzardo e decreto Dignità, previste perdite per circa 150 milioni di euro
Il MEF ha già emesso la sua prima “sentenza”, visto che secondo le sue stime il divieto potrebbe provocare una riduzione della raccolta pari a circa il 5%. Le entrate subiranno un bel contraccolpo, dal momento che scenderanno di circa 150 milioni di euro ogni anno. Secondo Agipro, il gettito calerebbe di circa 112 milioni di euro quest’anno, per poi toccare i 150 milioni di euro a partire dal prossimo anno.
Tutti gli operatori dovranno prestare la massima attenzione alla normativa, dal momento che rischiano di finire in un vero e proprio percorso minato di multe salatissime. Nella maggior parte dei casi si aggirano intorno al 20% del valore del contratto di sponsorizzazione oppure della pubblicità. Il bando di pubblicità relativa al gioco d’azzardo non comprenderà, invece, tutti quei servizi legati alla comparazione di quote all’interno di programmi televisivi o programmi web sportivi.
Il problema è che il decreto Dignità avrebbe dovuto anche aprire la strada all’intervento del Governo, sulle cui spalle pesa il compito di riformare l’intero settore dei giochi pubblici. In questo modo, l’intervento legislativo sarebbe stato completo e avrebbe perseguito in toto lo scopo di ridurre il più possibile tutti quei rischi che sono legati al disturbo della ludopatia.
Manca ancora la riforma dell’intero settore dei giochi
Entro sei mesi il Governo avrebbe dovuto proporre tale riforma, ma fino ad ora non si è visto nulla. L’obiettivo, inoltre, avrebbe dovuto essere quello di combattere il più possibile tutte le forme di gioco e le piattaforme che non rispettano quanto previsto dalla legge, così come le potenziali frodi perpetrate nei confronti dell’Erario.
Anche se la scadenza imposta, a metà dello scorso mese di febbraio, da parte del decreto Dignità era solamente indicativa, il Governo fino ad ora non ha prodotto un testo ufficiale. In ogni caso, sembra che l’Esecutivo stia lavorando ad un disegno di legge che possa quantomeno elencare i principi per riformare l’intero settore dei giochi pubblici.