La Giornata Mondiale del Libro: Riflessioni sulla Lettura tra Declino Digitale e Appello alla Conoscenza
Il 23 aprile segna la Giornata Mondiale del Libro, un’iniziativa lanciata ufficialmente nel 1995 dall’UNESCO. Fu durante la 28esima Conferenza Generale dell’organizzazione, tenutasi a Parigi, che dodici nazioni proposero di istituire questa ricorrenza. Il suo obiettivo primario è quello di mettere in risalto i benefici della lettura, incentivando la riscoperta del suo profondo piacere.
Tuttavia, in un’epoca caratterizzata da ritmi frenetici e una costante accelerazione tecnologica, lo spazio dedicato alla lettura sembra ridursi progressivamente. Le recenti indagini statistiche rivelano una diminuzione costante delle abitudini di lettura tra gli italiani. Paradossalmente, mentre dimostrano una straordinaria capacità di adottare rapidamente nuove tecnologie – dagli smartphone ai videogiochi, e sono fortemente attratti dalle infinite possibilità della rete – mostrano una chiara predilezione per i canali di comunicazione immediata e uditiva, come la radio e la televisione, a discapito dei media scritti tradizionali, quali libri e giornali.
Lungi dal registrare un progresso, il panorama delle letture personali ha subito un notevole regresso. Se in passato, per esempio, lo studente o il professionista che ambiva a una solida formazione culturale intraprendeva un percorso di letture sistematiche e graduate, approfondendo un autore o un intero periodo storico-letterario, oggi prevale una tendenza all’informazione standardizzata. Si acquisiscono molte nozioni, ma spesso in modo superficiale, senza la profondità necessaria a una vera comprensione.
Senza voler cadere nel cliché del passatismo, è legittimo interrogarsi sul ruolo di internet in questa crisi del libro. Alcuni ritengono che la rete sia diventata il principale antagonista della lettura profonda, trasformandoci in una sorta di “automati” dell’informazione frammentata.
Il libro, al contrario, rappresenta un’esperienza qualitativamente differente. Esso ha il potere di espandere la mente, arricchire l’animo e donare un ventaglio di emozioni profonde e persistenti. È un compagno silenzioso che ci segue ovunque, non solo fisicamente, ma soprattutto nell’intimo del nostro essere e nel tesoro dei nostri ricordi. Stimola la curiosità, alimenta la capacità di sognare e costituisce un vero e proprio “nutrimento” per la mente. I suoi meriti sono inestimabili.
A riprova della sua intrinseca importanza, vengono in mente alcune illuminanti citazioni: lo scrittore tedesco Heinrich Heine ammoniva che “Là dove bruciano i libri, alla fine si bruciano anche gli esseri umani”, un monito sulla pericolosità dell’oscurantismo. Il nostro Edmondo De Amicis, invece, sentenziava con pragmatismo che “I tuoi libri sono le tue armi”, sottolineando il loro ruolo di strumenti di conoscenza e difesa.
Per tutelare questa inestimabile ricchezza – questa combinazione di poesia e passione che la lettura incarna – è imperativo contrastare il preoccupante fenomeno dell’analfabetismo funzionale, o di ritorno, che sembra affliggere la nostra società. È fondamentale promuovere e sostenere con ogni mezzo l’amore per i libri, emulando il livello di diffusione della lettura riscontrabile in altre nazioni europee più avanzate.
Sarebbe un’immensa tristezza intonare il “de profundis” per questa antica, autentica e profondamente istruttiva pratica culturale legata alla carta stampata. L’augurio è che l’essenza dell’inchiostro e la magia delle pagine possano continuare a inebriare i nostri sensi per sempre.
